Il Biancospino, nelle due specie officinali Crataegus monogyna e Crataegus oxyacantha, è un arbusto con rami spinosi appartenente alla famiglia delle Rosaceae, che nelle piante più adulte può assumere l'aspetto di un albero alto anche fino a 12 metri, molto ramificato, con rami che si allargano a formare larghi palchi. Le due specie, molto diffuse nei nostri boschi, si differenziano solo per minimi particolari riguardanti soprattutto il fiore, e sono distinguibili solo ad una attenta ossservazione, ma dal punto di vista medicinale hanno entrambe la stessa valenza. La pianta fiorisce fra maggio e giugno con piccoli fiori bianchi riuniti in ombrelle, molto profumati e delicati; i frutti maturano in piena estate e assumono un bel colore rosso brillante che invecchiando vira fino al granato scuro, e formano gradevoli macchie di colore fra la vegetazione estiva. La
droga è rappresentata soprattutto dai fiori, e in minor misura dalle foglie; le infiorescenze si raccolgono in marzo-aprile, quando sono in boccio. Il Biancospino contiene
flavonoidi, come iperoside, rutina, e procianidine.
Proprietà e Indicazioni
I principi attivi contenuti nel Biancospino hanno un'azione coronaro-dilatatrice che contribuisce ad aumentare il flusso
ematico coronarico; un'azione
sedativa del cuore che aiuta a ridurre la frequenza cardiaca; una
ipotensiva per vasodilatazione periferica; il Biancospino è anche
cardiotonico, sedativo del sistema nervoso centrale,
antispasmodico.
Trova indicazione per
tachicardia,
aritmia cardiaca specie di natura ansiosa,
palpitazioni, insonnia nervosa (il Biancospino è definito la "Valeriana del cuore"), ansia, angoscia.
Precauzioni d'uso
Poiché potenzia, seppure con diversi meccanismi, l'azione digitalica, il Biancospino non deve essere somministrato a cardiopatici in terapia con
Digitale.