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HERPES LABIALE, GENITALE E ZOSTER: CAUSE, SINTOMI E SOLUZIONI NATURALI EFFICACI

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L'Herpes
Il nome Herpes deriva dal greco hèrpein = strisciare, forse per l'aspetto che assume la pelle, con le bolle crostose tipiche, che la fanno assomigliare a quella squamosa dei serpenti, o per il modo in cui l'infezione si diffonde e progredisce sulla pelle.
È una malattia di origine virale (Herpes virus), che si presenta in diverse forme con differenze sostanziali per quanto concerne l'agente virale, il decorso della malattia, la sua gravità e la localizzazione delle lesioni nell'organismo umano.
In questo contesto analizzeremo i tre tipi principali: Herpes simplex 1, Herpes simplex 2 e Herpes zoster.

  • Herpes simplex di tipo 1 (causato dall'Herpes virus umano di tipo 1, HSV-1): causa prevalentemente l'herpes orale, caratterizzato dalla comparsa delle caratteristiche lesioni vescicolari alle labbra o alle mucose della bocca (Herpes labiale, definito anche comunemente "febbre" labiale), ma anche sul viso o sugli occhi (Herpes oculare).

  • Herpes simplex di tipo 2 (causato dall'Herpes virus umano di tipo 2, HSV-2): è responsabile principalmente dell'Herpes genitale, che costituisce una delle più comuni malattie a trasmissione sessuale.

  • Herpes zoster (causato dall'Herpes virus umano di tipo 3 o virus varicella-zoster, VZV): è un'infezione derivata dall'attivazione del virus varicella zoster, lo stesso che causa la varicella, dal suo stato di latenza, annidato nei nervi dove riesce a occultarsi al sistema immunitario.

Herpes simplex di tipo 1 - Herpes labiale



Herpes virus simplex
Virus dell'Herpes Simplex
L'Herpes simplex 1 solitamente causa lesioni a livello delle labbra (herpes labiale), ma anche stomatiti, e cheratite erpetica a livello della cornea oculare.

La trasmissione del virus avviene per contatto diretto, ad esempio tramite il bacio, con una persona affetta dall'herpes, specie quando è nella fase dell'eruzione vescicolosa, e in questa fase è necessaria la massima cautela per evitare di trasmettere l'infezione ad altri, tramite l'osservanza di semplici norme igieniche preventive, sia per chi è già affetto dalla malattia, sia per chi gli sta vicino.

Durante la fase attiva, quando sono presenti le vescicole, è opportuno ovviamente evitare le effusioni con altre persone per non contagiarle, inoltre è necessario tenere le lesioni sempre pulite e asciutte, anche per evitare sovrapposizioni batteriche che potrebbero aggravare la sintomatologia: bisogna lavarsi spesso le mani ed evitare di toccare le lesioni, per scongiurare il rischio di trasportare il virus in altre zone del corpo, come i lati del naso e la mucosa nasale, le guance, il palato, e soprattutto gli occhi che possono sviluppare una cheratite erpetica, una grave complicanza oftalmologica che potrebbe determinare la perdita della trasparenza corneale e la conseguente riduzione della capacità visiva.

Sulle lesioni vescicolose è bene non utilizzare stick per labbra, che ne verrebbero contaminati col rischio di costituire in seguito causa di reinfezione; inoltre non si devono contaminare le creme toccandole con le mani infettate dal virus, e comunque è sempre buna norma, quando si prelevano creme da confezioni in vasetto, farlo con le mani sempre pulitissime, o con una palettina che venga poi lavata e ben conservata.

Una volta avvenuta l'infezione primaria, il virus rimane quiescente in forma latente, annidandosi in alcune strutture nervose chiamate "gangli" (si legge con la g dura, come in glicine) situati ai lati della colonna vertebrale corrispondenti alle aree interessate all'infezione, dove i fasci di fibre nervose che partono dal midollo spinale fuoriescono dai fori delle vertebre.

I virus annidati nei gangli nervosi restano silenti, come "in letargo" fino a quando si manifesteranno le condizioni che favoriranno la loro virulenza, cioè la capacità di divenire aggressivi, e riaffiorare dai gangli spostandosi lungo i nervi per raggiungere la pelle o le mucose, dove comparirà la caratteristica lesione vescicolosa.
Alcuni autori ritengono che il nome Herpes (ricordiamo l'etimologia dal greco hérpein= strisciare) alluda proprio a questo "strisciare, progredire" del virus dai gangli verso la sede in cui provocherà la malattia.

I fattori scatenanti sono diversi, aspecifici, ma tutti sono collegati a una riduzione delle difese immunitarie dell'organismo ospite, in cui il virus "risvegliato" provoca le recidive.
Possono essere fattori scatenanti episodi febbrili, raffreddore, influenza, disturbi digestivi, consumo eccessivo di alcool, intensa esposizione al sole, al freddo improvviso, o lunghi viaggi con jet-lag, stress psico-fisico, nelle giovani donne talora il ciclo mestruale e a volte particolari alimenti.

Proprio per il fatto che le cause scatenanti sono aspecifiche, si deve dedurre che sia importante il "terreno" su cui il virus attecchisce: è perciò fondamentale agire rinforzando le difese immunitarie dell'organismo, per evitare che il virus acquisti virulenza, e perciò in seguito vedremo con quali ausili fitoterapici si può intervenire.

Herpes simplex di tipo 2 - Herpes genitale



Herpes genitale
Causa principalmente l'Herpes genitale, patologia ulcerativa a trasmissione sessuale assai diffusa nel mondo e ritenuta un problema di salute globale. Si possono riscontrare tuttavia anche forme genitali causate dal virus erpetico di tipo 1.
L'infezione da HSV-2 è tra le infezioni più comuni nelle persone affette dal virus HIV (che contraggono l'AIDS), del quale aumenta il rischio di contagio.

Come nell'Herpes simplex di tipo 1, anche il tipo 2 dopo la prima infezione permane nell'organismo in forma dormiente per tutta la vita annidandosi nei gangli nervosi corrispondenti, dai quali può riattivarsi periodicamente in occasione della riduzione delle difese immunitarie.

Le lesioni sono sempre simili in entrambi i tipi di Herpes simplex: si formano vescicole colme di liquido sieroso chiaro, che successivamente diventa purulento, quindi le vescicole si rompono e poi si seccano, assumendo l'aspetto crostoso simile alle lesioni provocate dalla varicella (che in questi due casi tuttavia non è l'agente infettante), e che raramente danno esiti cicatriziali.

Il virus si trasmette sia quando sono presenti le caratteristiche vescicole, sia quando non vi sono manifestazioni visibili, cioè è asintomatico, per cui si può essere portatori sani senza saperlo e diffonderlo inconsapevolmente.
Il contagio si può verificare anche dalla madre al neonato, durante il passaggio nel canale del parto e in altre circostanze.

Nell'80% dei casi l'Herpes genitale non dà sintomi o non viene riconosciuto. Quando è sintomatico, dopo un periodo di incubazione di circa 4-7 giorni, il primo episodio di malattia (infezione primaria) si manifesta con prurito, bruciore, dolore nell'area genitale, dolore quando si urina, comparsa di vescicole singole o raggruppate nella zona genitale e anale, febbre, malessere generale, dolori muscolari, ingrossamento dei linfonodi inguinali, infiammazione del retto.

Dopo 2-3 settimane dalla loro comparsa, le vescicole si trasformano in ulcere e scompaiono in pochi giorni, ma il virus rimane latente a livello dei gangli nervosi delle zone colpite e può recidivare ciclicamente in caso di indebolimento del sistema immunitario per stress psico-fisico.

Quando il virus è asintomatico, i pazienti non presentano segni clinici dell'infezione da Herpes genitale, ma possono eliminare il virus in maniera intermittente e trasmettere l'infezione. Le recidive in genere sono meno gravi dell'infezione primaria, hanno una durata più breve e sono spesso associate a sintomi prodromici che si verificano ore o giorni prima dell'eruzione delle vescicole erpetiche e sono caratterizzati, a seconda della sede dove compariranno le vescicole, da dolore genitale localizzato, formicolio o dolore alle gambe, ai fianchi o ai glutei.

Circa il 70% delle persone che hanno avuto una prima infezione può avere delle recidive soprattutto entro il primo anno. Nei 2-3 anni dopo la prima infezione, le recidive possono manifestarsi diverse volte con le caratteristiche vescicole; la frequenza di ricomparsa di solito si riduce negli anni successivi ma possono presentarsi anche sporadicamente per molti anni.

Herpes zoster



Herpes virus zoster
Virus dell'Herpes Zoster
Chiamato comunemente "fuoco di Sant'Antonio", è l'infezione di uno o più nervi che deriva dalla riattivazione del virus varicella-zoster (VZV), e causa una dolorosa eruzione cutanea che può manifestarsi in qualunque parte del corpo, viso e occhi inclusi, ma più spesso compare su un lato del torace o dell'addome, formando una fascia (dal greco zoster = cintura) più o meno estesa di pelle fortemente infiammata e ricoperta di vescicole, simili a quelle della varicella, ma con bolle che formano ampie chiazze confluenti pruriginose e assai urenti, ripiene di liquido, che successivamente si seccano e formano croste che, quando scompaiono, anche in questo caso non lasciano cicatrici.
Talvolta il bruciore e il dolore compaiono prima dell'eruzione, di cui costituiscono i prodromi.

L'infezione acuta dura circa 1-2 settimane, ma in taluni casi può durare da 2 a 4 settimane. L'Herpes zoster è particolarmente doloroso, perciò richiede l'intervento tempestivo del medico e di cure farmacologiche specifiche, ed è opportuno intervenire precocemente, ai primi indizi, con la terapia antivirale adeguata, che può essere integrata, come vedremo fra breve, con l'ausilio di alcuni prodotti fitoterapici coadiuvanti, per cercare di abbreviarne il decorso e ridurne la sintomatologia, anche perché, se non trattato, in alcuni casi la fase dolorosa può prolungarsi e virare verso una cronicizzazione con dolore persistente e, specie nei soggetti anziani, si può instaurare una complicanza dolorosa conseguente detta Nevralgia Post Erpetica, che si si caratterizza con dolore neuropatico cronico, che si manifesta solitamente dopo la guarigione delle lesioni cutanee, e può continuare per molti mesi o per anni, come illustreremo più avanti.

Abbiamo detto che la varicella e l'Herpes zoster sono provocati dallo stesso virus, cioè l'Herpes virus umano di tipo 3, o varicella-zoster: la varicella, più frequente nei bambini, rappresenta la fase acuta della prima infezione da parte del virus; l'Herpes zoster ne configura la sua riattivazione dalla fase latente, quando il virus emerge, più spesso dai gangli dei nervi della radice dorsale, in cui si era annidato rimanendo nascosto e al riparo dalle difese immunitarie del soggetto, restando silente, anche molti anni dopo la prima infezione; questo avviene più di frequente negli anziani, nei quali le difese immunitarie sono solitamente più deboli.

Anche per l'Herpes zoster non è ancora ben chiaro quale sia l'evento scatenante preciso, ma in generale il virus si riattiva e ha un decorso più grave quando calano le difese immunitarie in occasione di forte stress psicofisico, particolarmente in persone anziane, specie se presentano patologie croniche in co-morbilità, negli immunodepressi, in occasione di terapie antitumorali e negli HIV positivi.

Si stima che il 90% circa della popolazione nel corso della vita contragga la varicella, e che circa il 10% di questi soggetti abbia una recidiva dell'infezione in forma di fuoco di Sant'Antonio; non è frequente manifestare un secondo episodio, e molto raramente di più.
È attualmente disponibile il vaccino anti-Herpes zoster, che riduce il rischio di contrarre il fuoco di Sant'Antonio: sarà il proprio medico curante a stabilire di volta in volta quando sia opportuno sottoporvisi; è consigliato solitamente in età avanzata, o in particolari casi selezionati in giovane età (dopo i 19 anni).

L'Herpes zoster si manifesta con dolore molto acuto, urente, pruriginoso, con particolare sensibilità disestesica (formicolii, prurito, scosse elettriche, ecc.), e sfocia in breve in una eruzione di vescicole estese e confluenti, eritematose, molto dolenti, anche gravemente brucianti e dolorose, che si manifestano da un solo lato del corpo, con amplificata eccitabilità sensitiva.

Anche quando l'Herpes zoster si risolve, in seguito si possono manifestare alcune complicanze, conseguenza del danno che il virus ha causato replicandosi nelle fibre nervose, che possono durare settimane, mesi o anche anni divenendo quindi croniche.

La complicanza più frequente è la Nevralgia Post Erpetica, caratterizzata da dolore costante o intermittente, molto intenso, talvolta invalidante, con possibile "ipoestesia dolorosa" (riduzione parziale o totale della sensibilità tattile, termica, dolorifica), disestesie (prurito, formicolii, scosse elettriche), allodinia (stimolo non doloroso che viene percepito come doloroso), iperalgesia (aumentata risposta ad uno stimolo doloroso, per abbassamento della soglia del dolore) e altre complicanze anche gravi, come avviene nel coinvolgimento del nervo trigemino che corrisponde all'Herpes oftalmico.

Rimedi naturali efficaci contro l'herpes



Uncaria tomentosa
Uncaria
Come si può evitare di contrarre l'herpes zoster con l'aiuto di sostanze naturali, alleviare l'infiammazione e abbreviarne il decorso doloroso e le complicanze?

Abbiamo compreso che è necessario mantenere alte le difese immunitarie ed evitare di eccitare la virulenza del virus in fase latente, così da rendere più difficile il palesarsi dell'Herpes zoster: la fitoterapia può aiutare a sostenere il sistema immunitario mediante l'azione rinforzante di piante e sostanze naturali immunostimolanti e immunomodulanti come l'Uncaria, l'Eleuterococco, l'Echinacea, la Quercitina, la Lattoferrina; inoltre la Rosa canina e l'Acerola, ricche di vitamina C, che ha la capacità di stimolare e rafforzare le difese dell'organismo.

Analogo effetto hanno i funghi medicinali dell'antica medicina tradizionale cinese quali Reishi, Cordiceps, Agaricus (ABM), Maitake, ricchi di betaglucani capaci di sostenere le naturali difese e contribuire al normale funzionamento del sistema immunitario, modulandone l'azione, e migliorando la resistenza dell'organismo e la capacità di gestire lo stress psicofisico.

Maitake
Maitake
Le piante immunomodulanti e immunostimolanti sono consigliate come prevenzione quando se ne presenti la necessità, ad esempio in occasione di episodi di stress acuto, stati febbrili, e in presenza di patologie concomitanti che possono indebolire l'individuo, specie se anziano.
Può giovare inoltre l'assunzione dell'aminoacido lisina, per il suo ruolo di contrasto sull'attivazione del virus.

Quando tuttavia il virus si palesa e dà luogo alla patologia conclamata, possono giovare applicazioni locali di pomate, unguenti o gel a base di estratti di semi di Pompelmo, argento colloidale, olio essenziale di Melaleuca alternifolia (Tea Tree Oil), che svolgono un'azione antimicrobica e antivirale, anche per scongiurare sovrapposizioni batteriche; e inoltre il gel di Aloe vera emulsionato con l'oleolito di Elicriso, antinfiammatorio, antipruriginoso, emulcente, a cui si può associare qualche goccia di Tea Tree oil, analgesico e rinfrescante.

Questi attivi vegetali svolgono un'azione lenitiva, analgesica, antistaminica, decongestionate, antinfiammatoria, molto utile ed efficace per ridurre la componente dolorosa e urente dell'Herpes zoster, dando sollievo allo stato infiammatorio.
Per rinfrescare la pelle arrossata e dolente possono aiutare anche abluzioni con acqua appena tiepida in cui si è fatta macerare la crusca di Avena per circa 20-30 minuti, con qualche goccia di Tea Tree Oil per un effetto maggiormente calmante e analgesico.

Melaleuca alternifolia
Melaleuca
Gli stessi rimedi possono aiutare anche a contrastare la nevralgia post-erpetica, associati a supplementi integrativi nutrizionali di vitamine del complesso B, che sono indispensabili per la crescita, la rigenerazione e la normale funzionalità delle fibre nervose, e possono svolgere un'azione analgesica.
In particolare le vitamine B1, B6, e B12, sono fondamentali per la salute del sistema nervoso periferico, per il ruolo antiossidante e biosintetico come protezione della fibra nervosa e del suo rivestimento mielinico.

Per sostenere psicologicamente l'individuo affetto da nevralgia post-erpetica, che è di frequente associata a stati depressivi per lo stress acuto cui l'organismo è sottoposto in modo incessante, si possono somministrare piante come Iperico, Griffonia, Withania (Ashwagandha), Zafferano, Bacopa, Rodiola, Giuggiolo, che favoriscono un buon tono dell'umore, riducono l'ansia, svolgono un'azione tonico-adattogena aiutando a gestire lo stress acuto e cronico.

Se anche il sonno è disturbato dal dolore neuropatico conseguente all'Herpes zoster, si può intervenire con piante specifiche che aiutano a indurre il sonno come Valeriana, Passiflora, Escolzia, Melissa, oli essenziali di Lavanda e Arancio dolce, eventualmente abbinati alla Melatonina, che ristabilisce i ritmi circadiani del ciclo sonno-veglia.

Dott.ssa Marina Multineddu

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