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ALIMENTAZIONE E INTEGRATORI NATURALI ALCALINIZZANTI PER PRESERVARE L'EQUILIBRIO ACIDO-BASE DELL'ORGANISMO



Equilibrio acido-basico dell'organismo
L'organismo umano è paragonabile ad un complesso e dinamico laboratorio chimico, in cui avviene un numero incalcolabile di reazioni fisiologiche tendenti a mantenere la cosiddetta omeòstasi (dal greco òmoios = simile, stessa, e stàsis = stabilità), cioè la capacità di mantenere una costante stabilità delle proprietà chimico-fisiche di tutti i processi biologici che avvengono nel suo interno, anche al variare delle condizioni esterne, mediante una serie di rigorosi meccanismi autoregolatori di compensazione metabolica, tendenti a conservare nell'organismo tutte le costanti fisiologiche, fra cui anche l'equilibrio acido-base dei tessuti organici e dei fluidi cellulari ed extracellulari.

È fondamentale, per conservare lo stato di salute di un individuo, che il pH del sangue si mantenga entro precisi limiti, mediamente intorno al valore 7,41, dal quale si discosta solitamente per modificazioni minime, in quanto la sua stabilità costituisce un parametro di notevole importanza per mantenere la salute dell'organismo, che in tali condizioni sarà meno incline ad ammalarsi.

Per comprendere meglio questo concetto chiariamo concisamente il significato del termine pH.
Per rappresentare la scala di misura dell'acidità il chimico Danese Søren Sørensen nel 1909 ideò il termine pH, acronimo derivante dalle parole latine pondus Hidrogeni = (peso, valore) potenziale dell'idrogeno.
Gli acidi sono sostanze che in soluzione acquosa liberano ioni H+; le basi, o alcali, sono invece sostanze che, sempre in soluzione acquosa, liberano ioni OH- . Il valore del pH rappresenta una scala prestabilita di valori che definisce il grado di acidità, basicità o neutralità di una soluzione acquosa.

I valori del pH variano da 0 a 14, in cui: valori di pH < 7 rappresentano l'acidità (massima per il valore 0) valori di pH = 7 rappresentano la neutralità valori di Ph > 7 rappresentano la basicità, detta anche alcalinità (massima per il valore 14).

Da ciò si deduce che minore è il numero che esprime il pH più la soluzione è acida, maggiore è il numero del pH più la soluzione è basica o alcalina, con il valore intermedio 7, che rappresenta la linea di demarcazione fra l'acidità e la basicità, cioè la neutralità.

Ph dell'organismo e alimentazione
Ph dell'organismo e alimentazione
All'interno dell'organismo i liquidi organici come sangue, urine, saliva, mostrano valori di pH che possono variare nel tempo per varie cause, fra cui la formazione di scorie metaboliche acide derivanti dai cibi che ogni essere umano introduce mediante l'alimentazione quotidiana, necessari per produrre l'energia indispensabile per svolgere tutte le funzioni della vita.
Le scorie metaboliche acide, differenti come quantità anche in considerazione dei diversi cibi assunti, tendono a far virare i liquidi organici, intracellulari ed extracellulari, verso l'acidità, ma un organismo in equilibrio è in grado di "tamponare" naturalmente l'acidità eliminando in parte le scorie acide attraverso il sistema linfatico, per mezzo degli organi escretori (o emuntori), col sudore, l'urina, le feci, la respirazione, ecc. e inoltre per mezzo di un sistema-tampone di controllo costante in cui interviene la leggera alcalinità del sangue, che è in grado, entro certi precisi valori, di modulare l'acidità dei tessuti organici per riportarla verso una fisiologica basicità.

Le innumerevoli reazioni enzimatiche che avvengono costantemente nell'organismo, indispensabili per il suo fisiologico funzionamento, dipendono dal mantenimento costante del pH del sangue entro valori oscillanti fra 7,35 e 7,45, quindi tendenti essenzialmente ad una lieve basicità (o alcalinità).
Cibi acidificanti e alcalinizzanti
Cibi acidificanti e alcalinizzanti
Se i cibi presenti nell'alimentazione, che possono essere definiti acidificanti o alcalinizzanti in base alla loro tendenza a produrre più o meno scorie metaboliche acide (e non in base alla propria acidità o alcalinità), sono in prevalenza acidificanti, la produzione in eccesso di scorie metaboliche acide mette in crisi il sistema-tampone, che non è più in grado di neutralizzare l'eccessiva acidità tissutale: questo avrà come conseguenza il riversarsi di scorie metaboliche nel tessuto connettivo e linfatico, allo scopo di mantenere i normali valori di pH del sangue (il cui valore, come già detto, non deve subire grandi variazioni), ma ciò produrrà nei tessuti l'acidosi, cioè uno scompenso che comporta un eccessivo accumulo di acidi nell'organismo.
È da rimarcare che l'acidità tissutale è osservata quando si presentino stati clinici alterati, dovuti ad un disequilibrio causato da un'acidosi tissutale patologica, determinata da vari fattori quali accumulo di tossine, allergie, malattie infiammatorie o infettive, abuso di medicinali, stress psicofisico, e, non meno importanti, errori alimentari.
Si deve comunque precisare che durante le 24 ore della giornata solare, in relazione alle fasi dei ritmi circadiani (di cui abbiamo parlato nell'articolo di Marzo 2018), le variazioni del pH nell'organismo umano seguono una precisa curva durante le fasi del ciclo giorno-notte, in cui nell'intervallo fra le 3 del mattino e le 15 del pomeriggio si riscontra una fase di acidosi fisiologica, mentre fra le 15 e le 3 del mattino la fase vira verso una alcalosi fisiologica. Questa alternanza, definita "commutazione neurovegetativa" è fondamentale per un corretto funzionamento dell'organismo, e subisce rilevanti connessioni con l'alimentazione.

La spiegazione di ciò è insita nel fatto che l'organismo subisce, dal punto di vista biologico, una fase attiva/distruttiva (acida, di giorno), e una fase riparatrice/anabolica (alcalina, di notte). Durante il giorno, che rappresenta la fase dell'azione, l'organismo "brucia" le sostanze energetiche che gli servono per mantenersi in vita, e in conseguenza di ciò l'attività fisica produce l'usura e il deterioramento dei tessuti (muscoli, ossa, cartilagini, tendini, pelle, ecc.), con un aumento delle scorie acide. La fase notturna, al contrario, costituisce la fase riparatrice, in cui le strutture danneggiate sono recuperate mediante il ricorso alle riserve alcaline, che compenseranno l'acidità e riporteranno l'organismo all'alcalinità.

L'insieme di questi fattori rappresenta il ciclo acido-base dell'organismo, il quale, in situazioni particolari in cui la quota di acidità aumenta in modo eccessivo, può risultare talmente alterato che esso non è più capace di effettuare la compensazione notturna, e allora si giunge a uno stato di acidosi tissutale patologica che può dare origine ad uno stato infiammatorio, se non di vera e propria malattia, specie se all'acidosi si associa lo stress ossidativo provocato dai radicali liberi, quando prodotti in eccesso e non adeguatamente contrastati per mezzo degli antiossidanti.

Radicali liberi e stress ossidativo
Radicali liberi e stress ossidativo
Per scongiurare questa situazione anomala, si può intervenire mediante un'alimentazione corretta e bilanciata, che preveda l'armonioso equilibrio dei cibi acidificanti e di quelli alcalinizzanti, che compenseranno l'acidità eccessiva dei primi, con un ritorno all'equilibrio fisiologico.
L'alimentazione gioca un ruolo di primo piano nel contrastare o favorire l'acidosi, ad esempio con diete troppo ricche di carboidrati raffinati come dolci, bevande zuccherate, cereali e farine raffinate come pane e pasta non integrali, proteine e grassi animali saturi come carne, insaccati, uova, latticini, formaggi, alcuni pesci, specie se accompagnati da una idratazione quotidiana insufficiente, che non favorisce l'eliminazione degli acidi in eccesso attraverso i reni, organi emuntori fondamentali.
Possono influire negativamente sull'equilibrio acido-base dell'organismo anche i gas inquinanti ambientali, e le sostanze tossiche in genere, l'assunzione a volte inappropriata di certi medicinali, quali cortisonici e antinfiammatori, di cui non si dovrebbe mai abusare, e inoltre il fumo di sigaretta, l'eccesso di alcool, senza dimenticare lo stress, quando eccessivo e cronico, che può portare anche ad alterazioni dell'equilibrio psichico, tali da modificare le risposte biochimiche fisiologiche, innescando l'insorgere di svariate malattie.

Lo stress ossidativo e l'acidosi tissutale possono essere prevenuti mediante un corretto stile di vita e migliorando le abitudini alimentari, aumentando in particolar modo il consumo di frutta fresca, Uva in particolare, verdure e vegetali in foglia, legumi freschi e secchi germogliati, cereali come il Miglio, erbe aromatiche come Rosmarino, Salvia, Zenzero, Peperoncino, frutta secca come Mandorle, Sesamo, e inserendo alimenti ricchi di acidi grassi Omega-3.
Il pasto quotidiano dovrebbe comprendere sia una quota di cibi acidificanti, sia una quota più abbondante di cibi alcalinizzanti che neutralizzino l'acidità dei primi, supportando la fisiologica alcalinità tissutale.

Quando non si riesce a migliorare l'alimentazione nel suo complesso, si può ricorrere ad integratori alcalinizzanti, specifici per tamponare l'acidosi tissutale, abbinati ad integratori antiossidanti per scongiurare lo stress ossidativo indotto dai radicali liberi.

Zeolite
Zeolite
Fra i minerali presenti negli alimenti si definiscono alcalinizzanti il Magnesio, il Potassio, il Calcio, il Sodio e il Ferro, mentre sono ritenuti acidificanti il cloro, il Fosforo, lo Zolfo, lo Iodio e il Silicio. Entrambi i gruppi devono entrare a far parte della quotidiana alimentazione, o eventualmente di integratori specifici in cui è fondamentale che la quota di quelli alcalinizzanti sia prevalente; inoltre, essi possono essere opportunamente associati ad estratti di erbe ed estratti fitoterapici alcalinizzanti, come Equiseto, Tè verde, Malva, Timo, Frassino, Gramigna, Calendula, Finocchio, Sambuco, Bardana ecc, e succhi vegetali concentrati di frutta, verdura e ortaggi, come Ananas, Carote, Ciliegie, Kiwi, Spinaci, Bietole e molti altri, che agiranno depurando l'organismo e come sistema-tampone per eliminare l'eccessiva acidità negli interstizi cellulari.

Anche la Zeolite, minerale di origine vulcanica dalla spiccata azione disintossicante, svolge un'azione alcalinizzante utile per ristabilire il fisiologico equilibrio acido-base, aiutando a contenere i fenomeni di acidosi connessi ai più diffusi processi infiammatori, oltre ad essere un valido antiossidante contro l'eccesso di radicali liberi che, se non contrastati, possono alterare varie strutture cellulari, causando danni funzionali i quali, se non vengono eliminati, possono essere alla base di svariate patologie e causare l'accelerazione dei processi di invecchiamento.

In conclusione, combinando le sostanze acidificanti con una quota maggiore di quelle alcalinizzanti, sia mediante l'alimentazione, sia inserendo opportunamente integratori specifici, si potrà favorire il fisiologico equilibrio acido-base dell'organismo, a tutto vantaggio della sua salute.

Dott.ssa Marina Multineddu

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