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ACIDITÀ DI STOMACO, REFLUSSO, GASTRITE, ULCERA: COME AFFRONTARLI CON LA FITOTERAPIA



Disturbi gastrici
Abbiamo osservato nell'articolo di settembre 2016 come la digestione sia un processo che coinvolge lo stomaco e tutti gli altri tratti del tubo digerente, e abbiamo analizzato i disturbi che possono manifestarsi a livello intestinale, se una qualunque fase del processo digestivo subisce uno squilibrio che altera la successione armoniosa delle sue fasi.
Vorrei ora, in questo articolo, soffermarmi su un problema che affligge una larga fascia della popolazione: le modificazioni che può subire lo stomaco se il processo digestivo risulta alterato o deficitario, e se alterazioni funzionali o altri motivi, fra i quali è da rimarcare l'infezione da parte dell'ormai noto Helicobacter pylori, causano infiammazioni e disturbi come acidità, gastrite, ulcera, reflusso gastro-esofageo, ernia iatale.

Il problema più frequente, che sembra coinvolgere fino al 70% della popolazione, è senza dubbio l'eccessiva produzione acida e la conseguente sensazione di bruciore a carico della mucosa gastrica, spesso accompagnati da difficoltà digestive.
Sappiamo che la parete più interna dello stomaco, la tonaca mucosa, è rivestita e protetta da uno spesso strato di muco basico che ha la funzione di isolarla dalle secrezioni di acido cloridrico ed enzimi necessari per la digestione: senza la presenza del muco, infatti, gli acidi e gli enzimi digestivi attaccherebbero la stessa mucosa gastrica "digerendola" e causando infiammazioni e lesioni.

Gastrite, bruciore di stomaco
Acidità di stomaco
La più frequente tra queste infiammazioni e lesioni è senza dubbio la gastrite, una infiammazione diffusa della mucosa dello stomaco che, a causa dell'eccessiva acidità gastrica, non è più capace di rinnovarsi e di proteggersi mediante la continua secrezione del gel mucoso basico, andando incontro a lesioni più o meno estese, che comportano sintomi quali difficoltà digestive, sensazione di bruciore di stomaco, dolori e crampi a livello retro-sternale, fino a causare nausea e vomito nei casi più gravi. Se non curata, la gastrite da acuta può diventare cronica.
Fra le cause della gastrite possiamo individuare l'alimentazione scorretta, il fumo, l'abuso di alcool, lo stress, l'assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (i cosiddetti FANS), che riducono l'azione protettiva sulla mucosa gastrica di alcune molecole conosciute col nome di prostaglandine, e, inoltre, l'infezione da Helicobacter pylori, un batterio la cui presenza nello stomaco può scatenare la gastrite e successivamente causare l'ulcera, patologia su cui ci soffermeremo più avanti.

Reflusso gastro-esofageo
Reflusso gastro-esofageo
Talvolta il bruciore e l'iperacidità sono causati dal reflusso gastro-esofageo, una patologia che non sempre è riconosciuta come tale. Il reflusso gastro-esofageo può manifestarsi saltuariamente dopo un pasto eccessivamente abbondante e ricco di grassi, ma diventa patologico se ha una frequenza ricorrente, con sintomi quali rigurgiti acidi, pirosi (bruciori), frequenti e ripetute eruttazioni, e, nei casi più gravi, abbondante salivazione, difficoltà a deglutire gli alimenti, dolore localizzato a livello retro-sternale.
Questo disturbo è causato da un'alterazione funzionale del cardias, la valvola che separa l'esofago dallo stomaco e che normalmente dovrebbe presentarsi completamente chiusa, salvo aprirsi per consentire la discesa del bolo alimentare verso lo stomaco all'atto della deglutizione. Quando lo sfintere del cardias si presenta invece costantemente allentato e poco efficiente nella chiusura, e non riesce ad opporsi alla pressione gastrica, si può verificare una risalita del contenuto gastrico, estremamente acido, verso l'esofago, talvolta fino alla gola, con conseguente infiammazione laringo-faringea, che causa una tosse secca irritativa, per contrastare la quale si può intervenire con compresse da sciogliere in bocca con regolarità, contenenti piante emollienti e balsamiche come Piantaggine, Mirra, Eucalipto, Agrimonia, Grindelia, Elicriso ecc. che possono aiutare a lenire le mucose laringee infiammate dal reflusso acido.
Le cause del reflusso gastro-esofageo possono essere molteplici, come l'abuso di farmaci, il consumo di alcool e il fumo, l'eccesso di peso, la gravidanza, l'età avanzata, una digestione lenta e laboriosa che fa permanere il cibo nello stomaco per un tempo eccessivo, o l'ernia iatale, a cui accenneremo fra breve. Il sesso maschile ne è colpito in misura maggiore rispetto a quello femminile, e inoltre ci può essere una familiarità per questo disturbo.
Ernia iatale
Ernia iatale
In presenza di reflusso gastro-esofageo patologico, col tempo la mucosa dell'esofago può subire un danno di diversa gravità, che può giungere ad alterazioni profonde del tessuto esofageo, fino ad assumere l'aspetto e la struttura dell'epitelio molto simile a quello dello stomaco (esofago di Barrett), con aumento del rischio di alterazioni tumorali.
L'ernia iatale, cui abbiamo accennato poc'anzi, consiste in una protrusione dello stomaco verso l'alto, dall'addome al torace, attraverso un foro (iato) del diaframma che consente il passaggio dell'esofago (iato esofageo, da cui il nome di ernia iatale): questa patologia è fra le cause favorenti il reflusso gastro-esofageo.

L'Helicobacter pylori è un batterio flagellato (dotato di flagelli, cioè sottili prolungamenti mobili, o appendici locomotorie, presenti sulla superficie di alcune cellule) a forma di elica o spirale, forma da cui ha preso il nome (dal greco helix = spirale, e pylori = della valvola pilorica, dal greco piloròs = portinaio, è la valvola che collega lo stomaco col duodeno). Individuato dai medici australiani Marshall e Warren nel 1982, la scoperta valse loro il premio Nobel solo nel 2005: l'importanza della scoperta infatti è stata riconosciuta con molto ritardo, a causa dell'erronea e consolidata convinzione che nell'ambiente estremamente acido dello stomaco non potessero vivere germi.
Helicobacter pylori
Helicobacter pylori
Benché questo batterio sia presente nello stomaco di moltissimi individui, non sempre causa alterazioni e disturbi apprezzabili, e la sua presenza può essere anche asintomatica; tuttavia, è ormai accertato che esso sia responsabile del 90% delle ulcere duodenali e del 80% di quelle gastriche, ma le modalità di trasmissione e quindi del contagio non sono esattamente note e non esistono dati definitivi al riguardo. Ci sono varie ipotesi che propendono per un contagio orale, oppure oro-fecale, o anche tramite acque o strumenti endoscopici contaminati; l'uomo è comunque l'unica fonte nota di questo batterio, e la sua grande diffusione è attribuita anche alla sempre più diffusa disbiosi intestinale, cioè all'alterazione del micro-ambiente intestinale causato da molteplici fattori dovuti anche al moderno stile di vita e all'alimentazione squilibrata e povera di fibre, ai cibi industriali contenenti sostanze estranee quali coloranti, conservanti ecc, e all'abuso di antibiotici, fattori che possono alterare il fragile ecosistema intestinale; inoltre, l'infezione aumenta con l'età, forse per un indebolimento delle difese immunitarie.
L'Helicobacter pylori, contrariamente a quanto si riteneva un tempo, è capace di vivere, prosperare e riprodursi nell'ambiente assai acido dello stomaco, tollerando un bassissimo pH (1 o 2, cioè estremamente acido) per mezzo della secrezione dell'enzima ureasi, che crea nel suo intorno un microambiente, come una sorta di capsula protettiva, che lo isola dall'acidità gastrica.
Il metabolismo del batterio produce metaboliti tossici per l'epitelio gastrico, quali ammoniaca e enzimi come proteasi, catalasi e fosfolipasi, che, associati ai movimenti elicoidali operati dallo stesso batterio per mezzo dei suoi "flagelli", quasi una sorta di succhiello, aggrediscono fino talvolta a perforare il tessuto della parete gastrica o duodenale, che sviluppa inizialmente una forte infiammazione che causa problemi digestivi, dispepsia, alitosi, oltre a favorire il reflusso gastro-esofageo, e la comparsa di lesioni delle pareti gastriche nei pazienti che assumono FANS. La generica infiammazione iniziale può evolvere in una vera e propria gastrite, e infine in alcuni casi può degenerare in ulcera, che consiste in una lesione profonda, talvolta un vero e proprio foro, che può essere localizzata nella mucosa dello stomaco o del duodeno.
La contaminazione da Helicobacter pylori può divenire col tempo un probabile fattore di rischio tumorale a causa dell'infiammazione cronica che esso provoca, e che è chiamata in causa nella patogenesi del carcinoma e del linfoma gastrico.

Una certa quota di gastriti tuttavia può essere annoverata fra le patologie definite psicosomatiche, in quanto le cause sono da ricercare nello stress, che, somatizzato a livello gastrico (similmente alla Sindrome dell'Intestino Irritabile, o IBS), produce sintomi del tutto analoghi a quelli della tipica gastrite, definibile in questo caso genericamente come gastrite nervosa, il cui trattamento prevede, come vedremo, anche fitoterapici volti a ridurre specificamente l'ansia e lo stress.

Se, oltre ad adottare uno stile di vita e un'alimentazione salutari, desideriamo affrontare le problematiche inerenti i disturbi appena trattati con l'aiuto della fitoterapia, possiamo avvalerci di numerose sostanze fitoterapiche dotate di interessanti proprietà protettive, che possono aiutarci a contrastare i disturbi digestivi e l'eventuale infezione batterica.

Semi di Pompelmo
Semi di Pompelmo
Iniziamo a esaminare i possibili rimedi naturali per combattere l'infezione dovuta all'Helicobacter pylori, visto che può essere alla base anche degli altri disturbi gastrici: dovremo accertarne innanzi tutto l'effettiva presenza nello stomaco; questo si può stabilire mediante un semplice test diagnostico immunocromatografico, che consiste nella ricerca dell'antigene di Helicobacter pylori in un campione fecale umano, test scientifico adatto a tutti, bambini, adulti e anziani, che si può effettuare in laboratorio o, con i moderni test domiciliari, tranquillamente nell'intimità della propria abitazione, e che in soli 10 minuti darà il responso.
In caso di infezione accertata, è possibile intervenire con estratti vegetali dotati di proprietà antibiotiche naturali, come l'estratto di Pompelmo, che recenti studi e applicazioni hanno confermato essere efficace nel contrastare l'infezione nei confronti dell'Helicobacter pylori, con un trattamento antibiotico naturale mirato all'eradicazione del batterio e, grazie alle sue proprietà di pulitore selettivo dell'ambiente intestinale, al ripristino delle condizioni di integrità della sua microflora e della stessa mucosa intestinale.
L'azione dell'estratto di Pompelmo può essere supportata e potenziata associandolo all'olio essenziale di Melaleuca alternifolia (Tea Tree oil), dalle riconosciute proprietà antibatteriche, oltre che antivirali e antimicotiche, e al Cranberry, o Mirtillo rosso americano, che aiuta ad inibire l'adesione del batterio sulla superficie epiteliale dello stomaco.
Aloe vera e Camomilla
Aloe vera e Camomilla
Si possono anche abbinare piante come la Boswellia, antinfiammatoria e protettiva nei confronti di gastriti e ulcere, l'Aloe e la Centella asiatica, lenitive e cicatrizzanti per la mucosa gastrica; e inoltre l'Ananas e la Papaya, che migliorano la digestione delle proteine con un'azione proteolitica, il Cardamomo, il Coriandolo, il Carvi, eupeptici, stomachici e carminativi, per ridurre le fermentazioni e il gonfiore.
L'azione combinata di questi fitoterapici, mentre aiuta a eradicare il batterio, produce un effetto positivo e riparatore sulla mucosa gastrica infiammata, dando sollievo ai disturbi del soggetto che ne è afflitto.
Il trattamento fitoterapico iniziale di attacco necessita di tempi piuttosto lunghi, circa 40 giorni, con un uguale periodo di richiamo immediatamente successivo a dosaggio ridotto per consolidare i risultati, onde evitare reinfezioni dovute ad incompleta eradicazione del batterio, o anche come periodico trattamento di prevenzione.
Una volta eradicato l'Helicobacter pylori, se residuano disturbi digestivi, infiammazioni e acidità, si può procedere a una trattamento di mantenimento, specie se è presente ernia iatale e/o reflusso gastro-esofageo: infatti è improbabile che si riesca a riportare lo sfintere del cardias a condizioni di tonicità fisiologica che ostacoli il reflusso stesso.

Fico d'India
Fico d'India
È necessario ristabilire innanzi tutto l'equilibrio fra la secrezione acida indispensabile per una corretta digestione, e la naturale produzione di muco, costituito sostanzialmente da mucina e bicarbonato, che protegga efficacemente la mucosa gastrica; a questo scopo può giovare l'assunzione costante di integratori contenenti un complesso di polisaccaridi di origine vegetale, derivati dalle mucillagini di Aloe vera, Altea, Opuntia ficus indica (Fico d'India), Malva, Lichene islandico, e la Calendula, lenitiva e riepitelizzante, specie se associati a estratti di alghe, come il Litotamnio e l'alginato di sodio, e a componenti minerali di origine naturale, come l'Argilla bianca e il carbonato di calcio, dall'azione antiacida protettiva e con "effetto barriera", che isolano la mucosa gastrica dalle aggressioni chimiche del suo ambiente naturalmente acido, mediante un film protettivo che aiuta a contrastare reflussi, rigurgiti acidi, e anche spasmi e manifestazioni dolorose.
Estratti di Camomilla, Liquirizia, Olivo, con il loro contenuto in flavonoidi e polifenoli antiossidanti, preservano dall'azione irritante dei radicali liberi, esercitano un'azione lenitiva e favoriscono l'integrità della mucosa gastrica. Anche Curcuma, Rabarbaro, Genziana, Cardo mariano, resina di Lentisco, Emblica, Liquirizia e Zenzero con l'azione tonico-aromatica, antinfiammatoria, digestiva, protettrice del fegato e della sua funzionalità, possono completare l'azione fitoterapica volta al miglioramento della digestione e, in associazione alle piante carminative già nominate come Cardamomo, Carvi, Coriandolo, alla riduzione dei gas che, dilatando le pareti gastriche oltre che intestinali, possono aggravare e favorire il fenomeno dell'ernia iatale.

Zenzero
Zenzero
Può giovare inoltre, anche come prevenzione, l'assunzione periodica regolare di fermenti lattici probiotici, preferibilmente associati a fibre prebiotiche, come l'inulina, che li alimenta favorendone la replicazione nell'intestino, in modo da mantenere una flora batterica intestinale equilibrata, che scongiuri le disbiosi, che abbiamo visto possano costituire una delle cause dei disturbi gastrici.

In caso di gastrite nervosa si può intervenire, oltre che con i rimedi appena menzionati, anche con piante specifiche per calmare l'ansia e contrastare lo stress, in particolare il Ficus carica sotto forma di gemmoderivato, che aiuta a lenire l'ansia di origine psicosomatica, e inoltre altre piante rilassanti come Melissa, Camomilla, Tiglio.

Dott.ssa Marina Multineddu

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