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L'AGNOCASTO, RIMEDIO NATURALE PER I PROBLEMI MESTRUALI E DI EQUILIBRIO ORMONALE FEMMINILE

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Agnocasto
L'Agnocasto, Vitex agnus castus, è un grande arbusto perenne, appartenente alla famiglia delle Verbenaceae, che può assumere le dimensioni di un piccolo albero di 5-6 metri di altezza.
Al genere Vitex sono ascritte oltre cento specie, di cui la principale è proprio l'Agnocasto, conosciuto anche con nomi volgari quali Legno casto, Albero del pepe, Pepe dei monaci, Pepe falso, Albero della castità.
Il nome che più risponde all'uso che nell'antichità si faceva di questa pianta è certamente "Albero della castità", in quanto da esso si intuiscono le proprietà antiafrodisiache che le erano attribuite.

Già nell'antica Grecia le sacerdotesse che avevano fatto voto di castità lo usavano nei loro rituali, e nell'antica Roma le Vestali portavano un ramoscello di Agnocasto come simbolo di castità; nel Medioevo la tintura dei semi freschi di Agnocasto era usata dai monaci per dominare gli impulsi sessuali (Pepe dei monaci), e inoltre chi faceva voto di castità portava con sé, come un amuleto, frammenti del suo legno, oppure ne mangiava i frutti.

Questo arbusto vegeta in quasi tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, preferibilmente nei luoghi umidi e selvaggi, nel letto di torrenti, argini di fiumi, o in prossimità dei litorali, ma può essere coltivato anche lontano da essi, come testimonia l'esemplare presente nell'Orto Botanico di Padova, messo a dimora nel 1560, anno della sua fondazione, e che ha raggiunto un'età eccezionale e notevoli dimensioni arboree.

Fiori di Agnocasto
Fiori di Agnocasto
L'Agnocasto presenta foglie palmate opposte, con 5-7 foglioline lanceolate, ricoperte di peluria nella pagina inferiore (tomentose) e con intenso odore aromatico simile alla Salvia; i fiori sono piccoli e irregolari, profumati, di colore lilla-violetto chiaro, riuniti in grandi e vistose pannocchie rivolte verso l'alto; i piccoli frutti, che costituiscono la droga, cioè la parte officinale contenente i principi attivi, sono bacche tondeggianti e leggermente carnose che contengono quattro semi sferici di colore rossiccio scuro, dal sapore pungente che ricorda il Pepe, fatto che giustifica gli appellativi vernacolari che fanno appunto riferimento al Pepe.

Fu Dioscoride, medico, botanico e farmacista greco, vissuto a Roma ai tempi dell'imperatore Nerone e autore del "De Materia Medica", ad aver osservato per primo gli effetti dell'Agnocasto sull'apparato riproduttivo femminile. Egli, infatti, lo consigliava alle madri durante l'allattamento e alle partorienti per facilitare l'espulsione della placenta e frenare l'emorragia conseguente al parto.

Attualmente, in campo erboristico sono utilizzati i frutti maturi essiccati, per il loro contenuto in alcaloidi, flavonoidi, oli essenziali e glicosidi iridoidi.

Frutti di Agnocasto
Frutti di Agnocasto
Poiché aumenta i livelli di progesterone, l'Agnocasto possiede un'attività antiestrogenica, che si rivela utile nei casi in cui nella donna sia necessario contrastare un eccesso di estrogeni, con conseguente armonizzazione degli equilibri ormonali femminili.
E' indicato quindi in molteplici situazioni, come nella sindrome premestruale, amenorrea e dismenorrea, durante la menopausa, in caso di polipi uterini, cisti ovariche, e nell'endometriosi.

In particolare nella sindrome premestruale, l'Agnocasto contribuisce a normalizzare il ciclo mestruale, sia troppo breve, sia troppo lungo, a ridurre il manifestarsi della cefalea, della ritenzione idrica e della tensione mammaria che causa dolore al seno (mastodinia), del senso di spossatezza, oltre a intervenire sull'acne, l'irritabilità, le manifestazioni d'ansia, gli sbalzi di umore e di nervosismo, correlati all'approssimarsi del ciclo mestruale.
Durante la menopausa mitiga le vampate di calore e la sudorazione notturna.

Frutti essiccati di Agnocasto
Frutti essiccati di Agnocasto
Per contrastare la sindrome premestruale, l'assunzione di Vitex agnus castus deve essere costante e ininterrotta per almeno 5-6 mesi, anche se in molti casi i primi benefici si avvertono già dopo poche settimane di utilizzo.

Se si assume l'Agnocasto in modo saltuario, cioè solo nei 15 giorni che precedono il ciclo, i risultati saranno meno incisivi, mentre se lo si assume per lunghi periodi, gli effetti positivi saranno più evidenti.
Nel caso in cui i benefici tardino a manifestarsi, prima di scoraggiarsi e abbandonare il trattamento bisogna perseverare per almeno due cicli.

Dopo 6 mesi con risultati positivi costanti, si può provare a ridurre il dosaggio e la frequenza dell'assunzione, per verificare se l'organismo ha raggiunto un equilibrio ormonale abbastanza stabile; se i sintomi dovessero nuovamente ripresentarsi, si può ripetere il trattamento ancora per qualche mese.

Dopo questo periodo, se i sintomi sgradevoli dovessero riproporsi, probabilmente sarà necessario consultare il proprio medico per intraprendere una cura farmacologica più specifica.
L'Agnocasto ha scarsi e rari effetti collaterali, reversibili alla sospensione del trattamento. Non deve essere assunto durante la gravidanza e l'allattamento.

Dott.ssa Marina Multineddu

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