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LA DROSERA, UNA PIANTA CARNIVORA PER COMBATTERE LA TOSSE



Drosera
Drosera
La Drosera rotundifolia, conosciuta anche col nome di Rosolida o Rugiada del Sole, è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Droseraceae, originaria del Nord America. Delle novanta specie che formano questa famiglia, circa ottanta appartengono al genere Drosera, sono caratterizzate da un modesto apparato radicale e presentano i caratteri della carnivorìa, che permette loro di colonizzare luoghi estremamente poveri di sostanze nutritive, approvvigionandosi di sostanze organiche con un metodo inusuale, che consente a queste piante un'ampia diffusione nonostante i pochi mezzi competitivi.

La Drosera rotundifolia cresce in tutto l'emisfero settentrionale; si può rinvenire, oltre che in Nord America, in Asia, soprattutto in Siberia, Giappone, Corea del sud, Caucaso, e in gran parte dell'Europa. In Italia è piuttosto rara e in alcune regioni è considerata specie protetta; la si può trovare fra gli sfagni (un tipo di muschi) dell'arco Alpino e Prealpino, in Romagna e in Toscana, che rappresenta la regione più a sud in cui questa pianticella, alta circa 15-20 cm, può vegetare.

La Drosera predilige ambienti umidi e freschi, come paludi, acquitrini, fessure fra le rocce, torbiere, tronchi marcescenti, margini di laghi, fiumi, o stagni; ha adattato il suo metabolismo a un ambiente povero di sostanze nutritive, evolvendo un sistema assolutamente peculiare, per un organismo vegetale, per approvvigionarsi di sostanze proteiche nutritive per mezzo della cattura di piccole prede animali.

Drosera rotundifolia
Drosera rotundifolia
Il nome Drosera deriva dal greco e significa "rugiadosa, coperta di rugiada" e vedremo subito il perché.
Questa specie presenta piccole foglie tondeggianti (da cui il nome rotundifolia: dalle foglie rotonde) e leggermente concave, a guisa di cucchiaio, lungamente picciolate, disposte in una rosetta basale. Esse sono dotate di una sorta di peli color porpora simili a tentacoli (così li definì anche Darwin nel suo studio delle piante insettivore), le cui sommità secernono minuscole gocce di mucillagine zuccherina, vischiosa e lucente, che dona loro un aspetto rugiadoso e attraente, con la funzione di attirare e intrappolare piccoli artropodi, specialmente insetti, che incautamente vi si posano.

La Drosera rotundifolia è da considerarsi quindi una pianta carnivora, più precisamente insettivora: per vivere e crescere ha necessità di procacciarsi le sostanze proteiche azotate tramite la cattura di piccole prede, che ghermisce attraverso una trappola tanto semplice quanto ingegnosa.
Quando gli insetti si posano sulla foglia, attirati dalle stille vischiose, vi restano impaniati; immediatamente i filamenti tentacolari percepiscono la presenza della preda e si ripiegano velocemente su se stessi, imprigionandola; la preda sarà poi lentamente digerita e assimilata mediante gli enzimi digestivi secreti dalle stesse foglie.

Se la pianta è ben esposta al sole, assume un aspetto rossastro dovuto all'abbondanza di secrezioni collose, che la fanno assomigliare ad una vera e propria "carta moschicida". La sostanza vischiosa è inizialmente neutra e in effetti non è tossica per le prede, che infatti muoiono non per avvelenamento, ma perché sono ricoperte dalla secrezione stessa, che ne ostruisce le trachee respiratorie, soffocandole; non appena la preda è stata catturata, la secrezione diviene acida per la produzione di enzimi proteolitici digestivi.
Ogni "tentacolo", infatti, è una struttura complessa il cui sottile fusto è composto da due strati di cellule ghiandolari, che hanno la funzione di secernere sia le mucillagini vischiose zuccherine, sia i succhi digestivi. Quando la digestione è compiuta, la foglia si riapre, i residui chitinosi dell'insetto sono asportati dal vento, e quindi la trappola si riattiva.

Pianta carnivora
La Drosera rotundifolia produce piccoli fiori bianchi ermafroditi, autoimpollinanti, e genera numerosi semi marrone chiaro, minuti e lucidi.
Durante l'inverno la pianta si dota di una sorta di "ibernacolo", producendo una rosetta di foglie compatte e non carnivore, quasi una sorta di bozzolo, per affrontare la stagione fredda.

L'interesse verso questa pianta, oltre che come oggetto di curiosità, è dovuta al fatto che è dotata di proprietà medicinali tramandate dall'uso popolare, e confermate in seguito dalla moderna fitoterapia.
La droga, cioè la parte di pianta contenente il fitocomplesso, è costituita da tutte le parti aeree; il tempo balsamico, quello in cui maggiore è la concentrazione dei principi attivi, corrisponde al periodo estivo.

Le proprietà della Drosera contro i disturbi dell'apparato respiratorio



Considerate le sue modeste dimensioni, la Drosera rotundifolia è soggetta alla raccolta allo stato spontaneo di tutta la pianta, poiché le foglie contengono interessanti principi attivi fitoterapici, utili soprattutto per le affezioni delle vie aeree superiori e di tutto l'apparato respiratorio.

La Drosera rotundifolia contiene naftochinoni, glucosidi, oli essenziali, flavonoidi, antociani, enzimi proteolitici, tannini, resine, minerali, acidi organici citrico e malico, sostanze che concorrono nell'insieme a conferire alla pianta le sue proprietà bechiche, antispasmodiche, antitussive, broncosedative, antisettiche, leggermente antibiotiche, decongestionanti, antinfiammatorie, secretolitiche, espettoranti, demulcenti (lenitive per le infiammazioni delle mucose, o della pelle).

Drosera
Le foglie contengono in particolare il droserone, una complessa sostanza chimicamente simile alla plumbagina, un derivato naftochinònico che esercita un'azione benefica come calmante per diverse tipologie di tosse, in particolare tosse stizzosa con broncospasmo, asma, pertosse, "tosse del fumatore": si ipotizza che la Drosera rotundifolia agisca specificamente come calmante della muscolatura liscia dei bronchi (e sembra anche di quella intestinale).

Nell'uso popolare, il succo fresco, per la sua ricchezza in sostanze proteolitiche, è utilizzato per uso esterno contro le verruche, ma bisogna applicarlo con accortezza, poiché la linfa delle foglie, a contatto con la pelle, può provocare irritazioni e arrossamenti.

Citiamo come curiosità il fatto, riportato in alcuni antichi testi di erboristeria, che la Drosera rotundifolia abbia la capacità di far cagliare il latte, ma questo non deve sorprendere, poiché esistono diverse piante con questa proprietà, come il Galium verum, spesso utilizzato come caglio vegetale per produrre formaggi adatti anche ai vegetariani.

Dott.ssa Marina Multineddu

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