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IL SALICE BIANCO, UN ANALGESICO E ANTINFIAMMATORIO NATURALE



Salix alba
Salix alba
Il Salice bianco, Salix alba, è una pianta appartenente alla famiglia delle Salicaceae, che annovera numerosi generi, diffusi soprattutto nell'emisfero settentrionale della Terra. Al genere Salix appartengono circa 300 specie, delle quali una ventina crescono spontanee anche in Italia, diffuse soprattutto lungo i torrenti, sul greto dei fiumi, o a delineare con lunghe file i canali di sgrondo delle pianure; in montagna e nelle vallate alpine, i Salici sono piantati sulle erose pendici scoscese, per consolidare il terreno di dune e scarpate, e gli argini di fiumi e torrenti.
Il Salice più conosciuto e diffuso è senza dubbio il Salice piangente, Salix babylonica, specie ornamentale coltivata in molti giardini in prossimità di laghi o di piccoli specchi d'acqua, verso i quali tende i suoi rami penduli.
In questo contesto, l'interesse è rivolto verso il Salice bianco, Salix alba, soprattutto per il contenuto, nella sua corteccia, di salicilati, in particolare il glucoside Salicina, dall'azione febbrifuga, che un tempo aveva indotto a far largo uso della "cortex salicis" anche come antimalarico, prima che avesse maggiore diffusione l'uso del chinino.

Il Salice bianco è un albero a foglie caduche, dalla crescita rapida ma non molto longevo, che può raggiungere dimensioni ragguardevoli, con un tronco robusto che può arrivare fino a 20 metri di altezza; è originario dell'Europa centrale e meridionale, dell'Asia e dell'Africa settentrionale.
Il nome Salice è dovuto verosimilmente al sapore salato, acido ed un po' amaro delle foglie. In lingua celtica "Sal-lis" significa "vicino all'acqua", a conferma del fatto che i Salici crescono bene in luoghi freschi, su suoli ben intrisi di acqua, o in prossimità di zone paludose; il termine alba = bianco allude probabilmente al fatto che le foglie, di colore grigio argento con una leggera peluria setosa nella pagina inferiore, danno alla chioma un aspetto bianco-argenteo.

Salice bianco
Salice bianco
L'albero giovane è detto anche Salice da pertiche, poiché i fusti delle piante di 2-3 anni forniscono i paletti utilizzati come tutori per le viti (anche se oggi sono stati soppiantati da sostegni di vari materiali come cemento, acciaio, PVC), mentre i suoi lunghi rami flessibili erano adoperati per legare i tralci di vite (oggi sostituiti da lacci di materia plastica), e per eseguire lavori di intreccio per confezionare cestini, panieri, sedie, tavolini, ed altri oggetti di vimini. Il nome vimini in effetti deriva dalla specie Salix viminalis, pianta che produce rami molto lunghi e flessibili, particolarmente adatti per questo utilizzo. Il legno tenero del Salix alba è utilizzato per la produzione di pasta da carta, e in Olanda per la fabbricazione dei tipici zoccoli.

I rami, specie quelli giovani, hanno il portamento ricadente tipico dei Salici, essendo lunghi, flessibili e arcuati. Questa specie è dioica: i fiori maschili e femminili, riuniti in infiorescenze a grappolo dette amenti, sono portati da piante diverse; gli amenti maschili, che producono il polline, contengono fitormoni simili a quelli dell'uomo, gli amenti femminili, che portano gli ovari e che produrranno frutti e semi, contengono fitormoni simili a quelli della donna.

Le proprietà salutari del Salice bianco



I fiori, oltre ad essere antispasmodici, hanno proprietà anafrodisiache, riducono cioè lo stimolo sessuale, e infatti nel Medio Evo erano utilizzati soprattutto per calmare l'ipereccitabilità sessuale.
La corteccia del Salix alba è ricchissima di tannini, oltre il 10%, tanto da potere essere utilizzata nella concia delle pelli; essa contiene inoltre resine, flavonoidi, alcune sostanze con debole azione antibiotica, scarso olio essenziale, e fino all'8% del glucoside salicoside, che, con una reazione catalizzata dall'enzima emulsina, si scinde in glucosio e alcool salicilico; quest'ultimo nell'organismo è ossidato ad acido salicilico.

Fiori di salice bianco
Fiori di salice bianco
La droga del Salix alba, cioè la parte di pianta contenente i principi attivi, è costituita dalla corteccia dei rami di 2-3 anni; il tempo balsamico, cioè il periodo in cui maggiore è la concentrazione del fitocomplesso officinale e in cui si effettua la raccolta, è l'autunno, alla caduta delle foglie, o l'inizio della primavera, poco prima che la pianta riprenda il nuovo ciclo vegetativo.
Le proprietà febbrifughe ed analgesiche della corteccia del Salice bianco sono state riferite già nel V secolo a.C. da Ippocrate, considerato il padre della medicina, il quale descrisse una polvere amara ricavata dalla corteccia del Salice, utile per alleviare il dolore e ridurre la febbre. Rimedi simili sono stati citati anche dai Sumeri, dagli Assiri e dagli antichi Egizi.

Nell'era moderna, la scoperta degli effetti benefici della corteccia del Salice bianco risale alla metà del 1700, mentre il principio attivo, la salicina, fu isolato solo all'inizio del 1800 da diversi studiosi; in particolare il chimico napoletano Raffaele Piria, che viveva a Parigi, diede al composto il nome attuale di acido salicilico (acide salicylique), probabilmente perché la salicina disciolta in acqua risulta piuttosto acida.
La stessa sostanza fu isolata anche a partire dall'Olmaria (Spiraea ulmaria, o Filipendula ulmaria) da ricercatori tedeschi.

Corteccia di salix alba
Corteccia di salix alba
L'azione farmacodinamica del fitocomplesso contenuto nella corteccia del Salice è principalmente quella febbrifuga, analgesica, antiflogistica, antireumatica, astringente, antispasmodica.
La corteccia del Salice bianco è di conseguenza utilizzata come antipiretico negli stati febbrili di varia natura, come i malesseri legati alla stagione fredda, gli stati influenzali, le malattie da raffreddamento, le cefalèe, le nevralgie, le manifestazioni caratteristiche del periodo premestruale e del ciclo (dismenorrea), le algìe reumatiche, le manifestazioni dolorose articolari e muscolari; nell'insonnia nervosa, nell'eretismo sessuale, come anafrodisiaco e sedativo, sono invece utilizzati i fiori.

Il fitocomplesso del Salice bianco ha un'azione notevolmente meno irritante per la mucosa dello stomaco, rispetto a quella dell'acido acetilsalicilico (componente di un noto farmaco); inoltre, l'azione vasoprotettiva dei flavonoidi in esso contenuti ne esalta l'azione antinfiammatoria.
La salicina, o acido salicilico, possiede anche un'azione antiaggregante piastrinica, per cui il Salice non deve essere assunto dalle persone che effettuano terapie anticoagulanti; deve essere assunto con cautela da chi è allergico ai salicilati e, per prudenza, non è consigliabile l'utilizzo durante la gravidanza e l'allattamento.

Dott.ssa Marina Multineddu

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