Offerte e Novità
Alimentazione Naturale
Integratori Naturali
Cosmetici e cura della persona
Tradizione Erboristica
Idee regalo e oggettistica
Igiene e profumazione della casa
Problemi ed Esigenze
Prodotti per gli animali


Autorizzo trattamento dati (informativa)
 
HOME
|
CHI SIAMO
|
PRODOTTI
|
INFORMAZIONI
|
BIBLIOTECA
|
ARTICOLI ERBORISTICI
|
ERBARIO
|
CONDIZIONI DI VENDITA
|
CESTINO
|
CERCA
|
CONTATTI
 

MICROBIOTA E PROBIOTICI: I BATTERI UTILI PER IL NOSTRO BENESSERE



In precedenti articoli abbiamo argomentato sull'importanza della cosiddetta flora batterica intestinale, definita più precisamente col termine microbiota (dal greco mikròs = piccolo e bìos = vita), e chiarito il significato di fermenti lattici, probiotici e prebiotici.
In questo articolo vorrei ampliare questo argomento alla luce di recenti acquisizioni scientifiche inerenti i diversi ceppi batterici, per chiarire le differenze fra i vari microrganismi e stabilire quali siano i più vantaggiosi per l'organismo, in base alla loro azione e ai loro effetti sul microbiota umano, e di conseguenza sulla salute.

Nell'accezione comune, i batteri sono ritenuti solitamente microrganismi nocivi per l'uomo, perché responsabili di numerose malattie e infezioni; in realtà i batteri nocivi per l'uomo sono in numero molto limitato rispetto a quelli esistenti, tuttavia la loro cattiva fama si è diffusa da quando a metà del 1800 è avvenuta la scoperta della loro esistenza da parte del famoso chimico, fisico e biologo francese Louis Pasteur, considerato perciò il padre della microbiologia.
Attualmente tuttavia è ormai acquisito il principio che i cosiddetti Fermenti Lattici, costituiti appunto da batteri, sono benefici per il nostro organismo.
Per chiarire questa apparente discordanza si deve considerare che l'uomo ha utilizzato fin da tempi remoti il latte fermentato: nella Bibbia si fa menzione del loro uso come costituenti benefici e vitali dell'alimentazione quotidiana; diverse antiche culture consideravano diversi tipi di latte fermentato, dallo yogurt al kefir, come parte dell'alimentazione tradizionale, come in Mesopotamia, nel Caucaso, nelle steppe Asiatiche; ne troviamo menzione nelle antiche ricette arabe e persiane, nelle cronache dei Crociati, e anche gli antichi Romani ne facevano uso, e perfino nell'antica raccolta di novelle orientali "Le Mille e una notte" il latte fermentato è imbandito durante i banchetti.
La leggenda narra che l'uso consapevole di latte fermentato come probiotico sia avvenuto per la prima volta a metà del 1500, quando Francesco I di Francia guarì da una affezione intestinale mediante la somministrazione di yogurt da parte del suo medico turco. In età moderna il microbiologo russo Ilya Iliych Mechnikov, trasferitosi in Francia all'Istituto Pasteur di Parigi, formulò, mediante i suoi studi che gli valsero il premio Nobel nel 1908, l'ipotesi che il grande consumo di latte fermentato fosse alla base della longevità dei pastori caucasici, instaurando così la tradizione della salubrità dei fermenti lattici, e smentendo perciò la comune convinzione che i batteri fossero sempre e soltanto nocivi.

Dobbiamo anche considerare che i batteri sono gli organismi più antichi che si conoscano, la cui comparsa risale ad oltre tre miliardi e mezzo di anni, durante i quali hanno colonizzato tutto il pianeta, e grazie alla loro struttura essenziale, sono infatti organismi unicellulari con completa autonomia vitale e replicativa, si sono adattati a tutti gli ambienti naturali del pianeta, colonizzandoli: essi popolano terreno, acque, organismi animali e vegetali, esternamente e/o internamente, acquisendo un particolare adattamento e una sofisticata specializzazione che li rende adatti a vivere solo nell'ambiente in cui si sono stabiliti.
Per alcuni è indispensabile la presenza di ossigeno (batteri aerobi obbligati), per altri la vita è impossibile se c'è ossigeno (batteri anaerobi obbligati), per altri ancora la vita e possibile in entrambe le condizioni (batteri anaerobi facoltativi); anche la temperatura e le condizioni chimiche ambientali costituiscono una discriminante per la loro selezione; inoltre i batteri possono vivere liberi o come parassiti, oppure da simbionti (dal greco syn = insieme e bios = vita), intendendosi con questo termine la vita in associazione con altri esseri viventi con reciproco vantaggio.

A questo punto possiamo definire l'accezione precisa del termine microbiota umano, inteso come l'insieme di microrganismi che vivono in simbiosi col corpo umano, particolarmente nel tratto intestinale, ma non solo: tutto il nostro corpo, escluso il cervello e il sistema circolatorio, ospita nella sua totalità circa 38.000 miliardi di batteri!
Il microbiota complessivo è costituito in massima parte batteri, ma anche da funghi, protozoi e virus, e popola la pelle, le mucose, l'apparato respiratorio, l'apparato urogenitale, la superficie dell'occhio, e il canale uditivo esterno dell'orecchio. Tuttavia esso è presente soprattutto lungo tutto il tubo digerente, in particolare nell'intestino, con una concentrazione più elevata soprattutto nel colon.
Il microbiota umano (comunemente anche se impropriamente definito flora batterica intestinale, perché in passato i batteri erano classificati come appartenenti al regno vegetale), è costituito da circa 500 specie con un indice di densità della popolazione microbica superiore a quello delle nostre stesse cellule: il loro numero infatti corrisponde a 10 volte quello delle nostre cellule, che sono circa 10 mila miliardi!
La composizione del microbiota, e il suo patrimonio genetico definito microbioma, è strettamente dipendente da vari fattori, come il tipo di parto (naturale o cesareo), l'allattamento (al seno o artificiale), l'età della gestante, lo stile di vita (alimentazione, attività fisica, stress), l'assunzione di farmaci: esso influenza profondamente il nostro stato di salute, e una dieta ricca di fibre favorisce una maggiore biodiversità genetica delle popolazioni batteriche vantaggiose.
Al contrario, l'alterazione del microbiota (disbiosi) e del suo microbioma, con l'impoverimento delle specie presenti in esso, derivato spesso dall'alimentazione di tipo occidentale ricca di zuccheri e grassi e povera di fibre, altera l'equilibrio dell'organismo ospite. Tale alterazione sembrerebbe essere alla base dell'aumento di molte malattie proprie della società moderna, come il cancro del colon-retto, il morbo di Chron, le malattie autoimmuni e degenerative, la dermatite atopica, l'obesità, il diabete di tipo 2, la sindrome metabolica, e anche disturbi d'ansia e dell'umore, le malattie psichiatriche e la depressione.
Il microbiota intestinale umano infatti regola e partecipa a molteplici attività metaboliche e nutrizionali producendo alcune vitamine e aminoacidi, aiuta ad assimilare il cibo, mantiene integro lo strato di muco che protegge le pareti intestinali, influenza gli stati psicologici interagendo con il Sistema Nervoso Centrale mediante uno scambio di informazioni condizionato dal sistema psico-neuro-immuno-endocrino, attraverso il rilascio di ormoni, l'azione sul nervo vago, e con la sua influenza sul sistema immunitario ne stimola la risposta proteggendoci da molte malattie, migliorando quindi il nostro stato di salute e benessere.

Lo strato di muco presente sulle pareti intestinali e prodotto da cellule caliciformi specifiche, se presente nelle quantità equilibrate e non sovrabbondante, è determinante per la salute di tutto il sistema digerente, in quanto protegge la mucosa intestinale, favorisce l'evacuazione delle feci, e soprattutto offre uno spazio vitale ai batteri che vi albergano (Akkermansia muciniphila e Faecalibacterium prausnitzii), che contribuiscono a rendere il muco altamente viscoso e a produrre acido butirrico (di cui parleremo fra breve): essi favoriscono lo scambio fra l'interno e l'esterno dell'intestino, e con la linfa, il sangue e i nervi che sono situati oltre le sue cellule epiteliali.
Lo scambio anomalo causato da insufficienza o deterioramento di tale muco, può produrre alterazioni (permeabilità intestinale) che possono sfociare in patologie correlate a intolleranze alimentari, allergie, malattie croniche infiammatorie dell'intestino, sovrappeso, diabete. Al contrario, un eccesso di muco è il segnale di una infiammazione intestinale, e della presenza di uno stato patologico della mucosa intestinale.

Il metabolismo dei batteri intestinali, che continuamente scompongono la mucina (la glicoproteina che forma il muco) e ne stimolano la sintesi e il rilascio da parte delle cellule designate perché sia sempre rinnovata e sana, produce acido butirrico, un acido grasso che costituisce il principale "nutrimento" delle cellule epiteliali intestinali, le quali sono scarsamente nutrite dal sangue, e ottengono oltre il 70% della loro energia dagli acidi grassi (acido butirrico, acido acetico, acido propionico) prodotti appunto dai batteri intestinali. Un'alimentazione ricca di fibre, se accompagnata da un microbiota sano, costituisce una prevenzione per molte malattie degenerative intestinali, inclusi i tumori.

Il profilo batterico del microbiota intestinale umano è differente e tipico per ciascun individuo, una sorta di "impronta digitale batterica", è formato da numerosi ceppi batterici, la sua formazione e composizione è influenzata da fattori endogeni ed esogeni, dipende dall'interazione fra il corredo genetico, l'ambiente, e l'alimentazione, e si modifica e si rinnova durante tutta l'esistenza in virtù della dieta e dello stile di vita, oltre all'eventuale assunzione di antibiotici. Il microbiota accoglie un numero elevatissimo di batteri simbionti, riuniti in colonie formate da svariati generi; ogni colonia popola nicchie ecologiche specifiche del sistema gastro-enterico di ciascuno.

Quanto alla definizione di fermenti lattici, bisogna chiarire che con questo termine si intendono propriamente i batteri che, partendo dalla fermentazione del lattosio (che in loro assenza nell'intestino non sarebbe digeribile poiché mancherebbe il loro patrimonio enzimatico), sono capaci di produrre acido lattico, perciò il loro nome fa riferimento ad una loro funzione, non alla loro classificazione scientifica che li definisca nello specifico microbiologicamente. Tuttavia la denominazione di fermenti lattici è entrata a far parte ormai dell'uso comune, perciò spesso la si usa indifferentemente, anche perché è compresa da tutti.
Il nome di probiotici, che più rigorosamente definisce i cosiddetti fermenti lattici, è stato introdotto dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nel 2001 per indicare "organismi vivi in grado di conferire uno stato di benessere all'organismo ospite se somministrati in concentrazione adeguata".
La differenza con la dicitura "fermenti lattici" risiede nel fatto che i probiotici sono microrganismi che restano vivi all'interno dell'organismo ospite, nel quale sono in grado di replicarsi, cioè riprodursi, svolgendo le loro attività metaboliche che produrranno varie sostanze utili all'organismo ospite, incluso l'acido lattico.
I termini probiotici e fermenti lattici non sono perciò sinonimi, anche se solitamente si tende a utilizzarli attribuendo loro lo stesso significato.

Cicoria
Cicoria, fonte di Inulina
Quando necessario, ad esempio dopo l'assunzione di antibiotici, per ripristinare e mantenere la salute del microbiota intestinale è possibile assumere integratori specifici, che devono rispondere ad alcune fondamentali caratteristiche (secondo le Linee Guida del Ministero) perché siano compatibili con l'organismo umano e realmente vantaggiosi.
Gli integratori devono contenere specifici gruppi di batteri (Lactobacilli, Bifidobatteri), essere sicuri per l'impiego nell'uomo, essere attivi a livello intestinale e presenti in quantità ben definite e sufficienti a produrre benefici, essere gastroresistenti in modo da raggiungere vivi l'intestino e in esso moltiplicarsi, per poter favorire l'equilibrio della microflora intestinale (microbiota).

I probiotici possono essere associati vantaggiosamente a fibre prebiotiche (prebiotici), come i frutto-oligosaccaridi (FOS, es. inulina) e i galatto-oligosaccaridi (GOS), che li nutrono e ne favoriscono la replicazione, promuovendone la crescita nell'ambiente intestinale, e favorendo il ripristino di un microbiota sano.

Bifidobacterium infantis
Bifidobacterium infantis
Bisogna inoltre distinguere fra i ceppi batterici adatti per i bambini, e quelli più indicati per gli adulti.
L'età pediatrica è caratterizzata da una microflora intestinale peculiare, in parte acquisita durante il passaggio nel canale del parto e dall'allattamento esclusivo al seno nei primi mesi di vita, oltre che dall'ambiente esterno. Quando vi è una ridotta diversità microbica nei primi mesi di vita, è stata ipotizzata una correlazione con patologie come l'eczema e l'asma, e come fattore di rischio per l'insorgenza di diabete di tipo 1.
Per ripristinare un microbiota ricco e vitale nel bambino sembra dimostrata l'idoneità di Bifidobacterium infantis, Lactobacillus rhamnosus, e Saccharomyces boulardii (che non è un batterio ma un lievito di derivazione fungina, e quindi resistente agli antibiotici), specifici per la colonizzazione dell'intestino infantile, lo sviluppo armonioso del sistema immunitario, la prevenzione dalle infezioni, e per contrastare e contribuire a risolvere le enteriti acute, riducendone la durata e la gravità per la capacità di aderire alla mucosa del colon. Una menzione particolare merita il Bifidobacterium breve, che è massimamente indicato per la sua capacità di aderire alla mucosa intestinale infantile manifestando inoltre una spiccata antibiotico-resistenza, assai utile quando vi sia la necessità di somministrare al bambino terapie antibiotiche, ovviamente solo dietro prescrizione medica.

Per gli adulti, sono numerosi i ceppi batterici che si sono rivelati più adatti a contrastare l'insediamento di batteri patogeni nocivi all'interno dell'apparato intestinale.

Lactobacillus acidophilus
Lactobacillus acidophilus
Il Lactobacillus acidophilus e il Bifidobacterium bifidum, che colonizzano la mucosa intestinale rendendo l'ambiente inospitale per i batteri dannosi, aiutano a risolvere eventuali episodi infiammatori, intervengono nelle infezioni a carico dell'apparato urinario e vaginale (cistiti e vaginiti).
Il Lactobacillus bulgaricus favorisce la vitalità e il facile insediamento dei batteri suddetti, facilita la digestione delle proteine migliorando tutto il processo digestivo, potenzia il sistema immunitario, agevola la detossificazione aiutando a rinvigorire le difese organiche.
Il Bifidobacterium breve stimola la risposta immunitaria e la resistenza dell'organismo alle infezioni respiratorie comuni.
Il Lactobacillus paracasei, il Lactobacillus plantarum, e il Bifidobacterium lactis sostengono la funzionalità del sistema immunitario, aiutando a prevenire l'incidenza e la frequenza delle malattie da raffreddamento, riducendone anche i sintomi; essi sono particolarmente indicati in seguito all'assunzione di antibiotici per favorire il riequilibrio del microbioma, e per moderare l'intolleranza al lattosio.
E' certamente vantaggioso anche il Lactobacillus sporogenes (o Bacillus coagulans), il cui nome indica la sua capacità di formare spore, che sopravvive nello stomaco e giunge indenne all'intestino, dove inibisce la crescita di microrganismi patogeni.
Un'altra specie utile è il Bifidobacterium animalis, un probiotico attualmente molto studiato, capace di sopravvivere nell'intestino e ricostituire il microbiota danneggiato da una terapia antibiotica, della quale riduce gli effetti collaterali; è indicato in presenza di diarrea, disturbi intestinali, cattiva digestione, gonfiore e flatulenza, per incrementare la peristalsi intestinale in caso di stipsi, valido anche per contrastare la Sindrome del Colon Irritabile; per la sua capacità di produrre acido butirrico svolge un'azione trofica e riparatrice verso l'epitelio del colon; inoltre riduce l'incidenza delle infezioni acute delle vie respiratorie.

Per poter giungere fino all'intestino indenni, e superare la barriera acida dello stomaco, molti integratori di probiotici sono formulati mediante una micro-incapsulazione costituita da una matrice polisaccaridica che circonda e protegge i ceppi batterici, che divengono così gastroresistenti.

L'interazione fra i nutrienti assunti con la dieta e il microbiota rappresenta un fattore decisivo sulla salute anche durante l'invecchiamento, in considerazione dei mutamenti dello stile di vita con l'avanzare dell'età e spesso dell'alimentazione, in risposta a problemi odontoiatrici, o della dieta solitamente più limitata dell'anziano, nel quale i Lactobacilli e i Bifidobatteri tendono a diminuire con gli anni, anche per la frequente assunzione di farmaci, con terapia spesso multi-farmacologica, per cui ne può scaturire una compromissione dell'omeostasi del sistema immunitario, che potrebbe favorire una condizione infiammatoria, con una influenza negativa sullo stato di salute generale e sulla longevità.

Quando lo stato di salute del microbiota intestinale è alterato, spesso a causa di fenomeni infiammatori e disbiosi, è consigliabile senza dubbio una integrazione di probiotici abbinati ai prebiotici, che contribuisce a mantenere il pH intestinale entro valori fisiologici, a inibire la proliferazione di microrganismi patogeni come Candida, Clostridium, Escherichia coli, e ad eliminare le tossine da essi prodotte.
L'integrazione di probiotici si rivela più efficace quando è costituita dall'associazione di miscele sinergiche di diversi ceppi che arricchiscono il microbiota, favoriscono il ricambio e la maturazione delle cellule epiteliali del colon, difendono l'integrità della mucosa intestinale concorrendo a sanare le eventuali lesioni, e ristabilendo quindi una corretta funzione enterica, a vantaggio di una fisiologica funzione immunitaria che contribuisce a mantenere l'organismo in salute.

Dott.ssa Marina Multineddu

Il nostro assortimento di



Condividi:FacebookTwitterPinterestwhatsapp