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USI TRADIZIONALI E RITUALI DELL'HENNÈ NELL'ANTICA ARTE DEI TATUAGGI



Tatuaggi rituali all'Hennè
Nel nostro articolo "La colorazione dei capelli con le piante", abbiamo parlato dell'Hennè come pianta tintòria, utilizzata da secoli per la colorazione naturale dei capelli, principalmente nei paesi della fascia tropicale mediterranea, in quelli mediorientali, fino all'India, dove si diffuse nel XII secolo.
Il suo uso si è esteso, già alla fine dell'Ottocento, anche all'Europa, dove è ormai utilizzato comunemente per conferire alle capigliature castane o nere riflessi ramati, mascherare qualche capello bianco, ma anche per rinforzare i capelli deboli, normalizzare la cute grassa o con forfora, e per dare lucentezza alla chioma.

Vorrei adesso ampliare la conoscenza dell'Hennè, parlando degli usi rituali che un tempo erano praticati nei paesi di origine di questa pianta, e che in molte zone sono ancora in uso, in particolare nel Nord Africa e in India, dove l'Hennè è utilizzato nell'arte dei tatuaggi: descriveremo appunto gli usi del tatuaggio rituale.
Approfondiremo inoltre come sia possibile eseguire tatuaggi casalinghi, dalla durata temporanea, da circa quindici giorni fino a un mese, che possano soddisfare il desiderio di sperimentare la presenza di tatuaggi sulla propria pelle, senza essere vincolati a mantenerli per tutta la vita, come avviene con i tatuaggi permanenti.

La pianta dell'Hennè



Lawsonia inermis
Lawsonia inermis
Ricordiamo che il nome Hennè (o Henna, o Enna) è un nome popolare di derivazione francese, che corrisponde alla pianta Lawsonia inermis, un piccolo arbusto, talvolta arborescente, molto longevo, originario dell'Asia minore e dei paesi subtropicali e tropicali degli altipiani dell'Africa centro-orientale, alto generalmente circa 2 metri, ma che talvolta raggiunge anche i 6-7 metri; oggi è coltivato in India, Tunisia, Egitto, Sudan, Arabia, Iran, e persino in Cina e in Florida.

La Lawsonia inermis è un arbusto generalmente spinoso, che però talvolta può essere privo di spine, da cui il nome inermis, appartenente alla famiglia delle Lythraceae, di cui costituisce l'unica specie. Dalle sue foglie e dai rami essiccati e macinati si ottiene una polvere dal colore variabile dal verde-giallastro fino al marroncino, a seconda che contenga una maggiore percentuale di foglie o di rami, o se è vecchio; l'Hennè ricavato dalle sole foglie, specie quelle apicali, macinato da non troppo tempo, si presenta di colore più tendente al verde-giallastro, ed è di migliore qualità.
Lawsonia inermis è sinonimo di Lawsonia alba, che fa riferimento al colore bianco-rosato dei suoi fiori, che emanano una non comune fragranza: per questo la pianta è anche coltivata nelle serre europee. La Lawsonia inermis è conosciuta anche col nome di Reseda, o Ligustro egiziano, o Alcanna vera, o Alcanna d'oriente.

Il tatuaggio rituale all'Hennè: un po' di storia



La conoscenza delle capacità coloranti dell'Hennè e delle sue proprietà curative è millenaria: sono state trovate tracce di polvere di Hennè persino nelle più antiche mummie egiziane, e si è scoperto che i capelli della mummia di Ramesse II erano stati colorati con l'Hennè.
Le più antiche civiltà hanno utilizzato l'Hennè per tatuare la pelle, inizialmente riservandone l'uso a re e sacerdoti, come i Babilonesi, gli Assiri e i Sumeri, mentre in Iraq, Palestina ed Egitto sono stati ritrovati alcuni manufatti, databili intorno al 1400 a.C., che raffigurano fanciulle con le mani e le unghie decorate con Hennè. Sembra che fra i primi a diffondere l'uso a scopo ornamentale del tatuaggio con Hennè siano stati i popoli Canaaniti: le loro donne lo utilizzavano già in tempi antichissimi, e in seguito l'uso si diffuse anche fra gli Ebrei, nel periodo storico della nascita di Cristo.

L'arte del tatuaggio con l'Hennè raggiunse anche molti popoli in età romana, ma in seguito l'uso si perse, perché la Chiesa cattolica la condannò come pratica pagana e come manifestazione di stregoneria.
Con l'avvento dell'Islam, l'uso tradizionale del tatuaggio con l'Hennè fu assorbito dalle popolazioni che praticano questa fede; oggi l'uso dei tatuaggi con l'Hennè è diffuso in tutti i paesi arabi.
Nell'Africa Settentrionale iniziò a diffondersi fra il 1700 e il 600 a.C., instaurando la tradizione del tatuaggio con l'Hennè in Marocco, dove le donne Bèrbere usano la propria pelle per esprimere la loro arte, raccontando così attraverso il proprio corpo i riti ancestrali.

I disegni sono molto vari ed alcuni hanno precisi significati: tatuarsi la "mano di Fatima", che secondo la tradizione era la figlia minore di Maometto, fornisce protezione a chi ne porta l'effigie sul viso, sul collo o su un braccio; una stella a cinque punte serve invece a spaventare, sempre secondo le antiche tradizioni Bèrbere, gli spiriti malvagi; una croce tatuata sul calcagno difende da eventuali inseguitori malintenzionati, mentre il tatuaggio di un uccello stilizzato preserva genericamente dal male.

Hennè naturale
Hennè naturale
Proprio perché l'arte dei tatuaggi ha origini antichissime, nel corso degli anni il suo uso si è modificato ed evoluto; anticamente, infatti, si usava spalmare semplicemente i palmi delle mani e dei piedi con l'Hennè, per conferire la colorazione a tutta la superficie, ma col tempo è nata l'arte dei disegni, che si sono perfezionati diventando a volte anche molto complessi, differenziandosi nello stile secondo i luoghi e i tempi.
Nel Nord Africa gli usi decorativi dell'Hennè variano secondo la cultura di ciascun paese: nelle zone orientali l'utilizzo popolare predilige le decorazioni per abbellire la sposa in vista del rito nuziale, invece in altre zone si usa l'Hennè nelle cerimonie che celebrano le nascite, le circoncisioni e altre festività, come ad esempio la fine del Ramadan, come simbolo di buon augurio.

In India l'Hennè ha sempre ricoperto il ruolo di rito propiziatorio per aiutare l'uomo ad ottenere i favori della divinità, e per pronosticare il destino. L'ornamento del corpo è legato non solo alla celebrazione della figura umana, ma anche a un tentativo di collegare la corporeità con lo spirito; prima del rito del matrimonio è consuetudine che lo sposo regali Hennè alla promessa sposa, che lo utilizzerà per decorare il proprio corpo quale strumento di bellezza e di seduzione nei confronti del futuro marito. Le decorazioni assumono un linguaggio simbolico dai valori esoterici e magici, come ad esempio il triangolo, che nella tradizione religiosa indiana rappresenta la trinità divina Brahma, Shiva e Vishnu.

Anche se lo scopo originario del tatuaggio con Hennè è quello del rito religioso, esso rappresenta comunque una forma d'arte legata alla creatività femminile: le donne orientali per molto tempo hanno preservato il segreto della tecnica del tatuaggio con Hennè, e, infatti, questa usanza si è diffusa solo in tempi abbastanza recenti anche in Europa, dove ha perso l'originario significato rituale.

Oggi il tatuaggio con l'Hennè nei paesi Europei è piuttosto diffuso e ha implicato un influsso della creatività occidentale sulla tipologia dei disegni, che possono variare dal classico disegno floreale molto ornato di tipo orientale, a simboli etnici o tribali, oppure spade, nomi, animali, rose, opere d'arte, draghi, simboli polinesiani, o ideogrammi cinesi.

C'è chi sperimenta il tatuaggio temporaneo perché non sopporta il dolore che un tatuaggio permanente comporta, poiché questo è eseguito con l'inserimento di colore nel derma tramite aghi; c'è chi lo fa solo per togliersi il desiderio di un tatuaggio, senza dover portare per sempre segni indelebili sul proprio corpo, mentre alcuni lo utilizzano come "prova generale" per verificare il disegno scelto, prima di passare al tatuaggio permanente.

Come effettuare un tatuaggio all'Hennè



Tatuaggi temporanei all'hennè
Indichiamo infine come procedere, secondo il metodo più usato, per fare un tatuaggio casalingo con l'Hennè.
Si utilizza la polvere macinata molto fine, possibilmente setacciata, di Lawsonia inermis, definita anche Hennè naturale (meglio evitare le polveri con additivi chimici, che potrebbero dare reazioni di tipo allergico), che si può reperire facilmente presso una buona Erboristeria, come sul nostro sito nella sezione dedicata ai prodotti all'Hennè.

Si impasta la polvere in una ciotola di vetro o di plastica, con acqua calda, aggiungendo un cucchiaio di succo di limone, la cui acidità agisce da fissativo del colore e aumenta la durata del tatuaggio; alcuni aggiungono un cucchiaino di zucchero.
L'impasto deve essere fluido, ma non troppo liquido, perché colerebbe spandendosi sulla pelle e alterando il disegno, né troppo asciutto, perché sarebbe impossibile da applicare. La pastella ottenuta deve riposare per circa mezz'ora perché si ossidi; in questo modo sembra che aumenti l'intensità del colore che è assorbito dalla pelle.

Per facilitare l'esecuzione del disegno, si può inserire l'impasto in una apposita siringa, dotata di un beccuccio in plastica dalla punta fine, oppure in una siringa grande (privata dell'ago metallico), con cui si può applicare l'impasto di Hennè sulla pelle, seguendo i contorni del disegno scelto.

Un altro metodo consiste nel fare una sorta di imbutino con un foglio di plastica morbida e sottile, o con un sacchetto da freezer, riempirlo con l'Hennè e, tagliando un piccolo frammento dalla punta, utilizzare l'imbuto stesso per distribuire sulla pelle la pastella di Hennè, attraverso il foro praticato (come fanno i pasticcieri per scrivere e disegnare sulle torte, usando un attrezzo chiamato "sac à poche", o tasca per decorazioni); più piccolo sarà il foro, più fine e preciso risulterà il disegno.
Il disegno può essere eseguito a mano libera, se si è bravi a disegnare, oppure si possono utilizzare "mascherine" (stencil) che facilitano molto il lavoro, e che permettono di eseguire tatuaggi anche abbastanza complessi.

Una volta applicato l'Hennè, si può tamponare delicatamente il disegno con un batuffolo di cotone imbevuto con succo di limone ben zuccherato; questo fisserà ulteriormente il colore e nutrirà la pelle; quando sarà asciutto, si può avvolgere la parte con pellicola da cucina, per mantenere in loco l'impasto.
Si lascia asciugare la decorazione almeno per 2-4 ore, o anche tutta una notte, per fissare il disegno, che diventa color rosso-arancione, o rosso più o meno scuro, fino al marroncino, secondo la concentrazione e il tempo di applicazione; il tatuaggio dopo un paio di giorni si ossida ulteriormente e tende comunque a scurirsi.

Tatuaggio all'hennè
La durata del tatuaggio è variabile da due a quattro settimane e dipende da diversi fattori, fra i quali il pH della pelle; i lavaggi frequenti, specie se effettuati con saponi aggressivi, ne riducono la durata, così come un clima caldo-umido lo fa schiarire più velocemente, mentre un clima fresco e secco lo fa durare scuro più a lungo.
Per prolungare la tenuta del tatuaggio con l'Hennè, è consigliabile applicare sulla zona da tatuare, alcuni giorni prima, dell'olio di Mandorle, facendolo penetrare e assorbire bene; dopo circa mezz'ora si massaggerà la pelle con la Luffa insaponata, in modo da effettuare un peeling che, allontanando le cellule morte più vecchie e superficiali, farà sì che il tatuaggio sia successivamente applicato su una pelle dallo strato corneo rinnovato, per cui il ricambio cellulare dell'epidermide più superficiale sarà più lento, e questo farà resistere più a lungo il disegno.

Per evitare di macchiare le mani, è bene proteggerle, durante l'applicazione, con guanti sottili del tipo sanitario, ed è opportuno mettere un vecchio asciugamano sotto la parte da tatuare, per evitare di sporcare tutt'intorno.
Chi ha pratica di tatuaggi eseguiti con l'Hennè raccomanda di non rifare il tatuaggio sempre nello stesso punto: è più facile, infatti, passare e ripassare sul disegno ancora visibile per rinnovarlo, ma le ripetute applicazioni potrebbero indurre sulla pelle un po' di irritazione con arrossamento e prurito, anche se ormai sappiamo che l'Hennè naturale è privo di tossicità e non crea alcun tipo di problema, se utilizzato correttamente.

Dott.ssa Marina Multineddu

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