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FITOTERAPIA: PRECAUZIONI D'USO DELLE PIANTE OFFICINALI - TERZA PARTE - INTERFERENZE TRA LE PIANTE OFFICINALI, INTERAZIONI TRA PIANTE E FARMACI, CONTROINDICAZIONI IN PRESENZA DI ALCUNE PATOLOGIE: FINOCCHIO, ALGA BRUNA, GINKGO

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Con l'articolo di questo mese riprendiamo l'argomento delle precauzioni d'uso e controindicazioni della fitoterapia, che abbiamo cominciato ad esaminare negli articoli precedenti, soffermandoci su altre tre piante officinali: il Finocchio, l'Alga Bruna e il Ginkgo.

Finocchio (Foeniculum vulgare)



Finocchio
Finocchio
I frutti del Finocchio selvatico sono chiamati impropriamente semi, ma il piccolo errore botanico è entrato e si è radicato talmente nell'uso popolare, che ormai anche gli addetti ai lavori utilizzano questa denominazione. Seguiremo perciò anche noi questa consuetudine.
I semi di Finocchio sono utilizzati nel meteorismo, nelle dispepsie, negli spasmi addominali, nelle coliche gassose sia degli adulti che dei bambini. Le sue proprietà aromatiche e stimolanti esplicano un benefico effetto sull'apparato gastroenterico: ne migliorano la tonicità, aumentano la secrezione salivare, gastrica e biliare.

Queste proprietà ne suggeriscono l'abbinamento con le droghe antrachinoniche lassative (sottolineo ancora una volta che la definizione di droga si riferisce alle parti di pianta contenenti i principi attivi; l'accezione negativa del termine è nata solo in tempi recenti), proprio per mitigare l'atonia intestinale che esse possono produrre, se utilizzate troppo di frequente.
Ricordo anche l'uso come galattogogo, ovvero stimolante la secrezione lattea nella madre che allatta, spesso associato a Galega, Fieno greco e Anice. Una proprietà generalmente poco ricordata è quella secretolitica, cioè fluidificante delle secrezioni bronchiali, che suggerisce l'uso dei semi di Finocchio in caso di infiammazione dell'apparato respiratorio come espettorante.

Le controindicazioni del Finocchio sono legate soprattutto all'uso dell'olio essenziale, che può risultare irritante per un apparato gastroenterico già infiammato. Sempre l'olio essenziale può provocare in soggetti allergici reazioni a carico della pelle o delle vie respiratorie; in special modo nei bambini potrebbe causare laringospasmo, difficoltà respiratorie e stati di agitazione. Poiché il Finocchio sembra possedere attività estrogenica, andrebbe evitato l'uso dell'olio essenziale in gravidanza, mentre non crea problemi a piccole dosi, come ad esempio una tisana col 10% di semi di Finocchio.

Alga Bruna o Quercia marina (Fucus vesiculosus)



Alga bruna
Alga bruna
Fra le alghe che entrano a far parte dell'alimentazione umana o della fitoterapia, l'Alga Bruna è sicuramente la più utilizzata. La droga è costituita dal tallo disseccato e sminuzzato del Fucus vesiculosus, alga bruna che può crescere fino ad un metro di lunghezza, vive fissata alle rocce ed è abbondante sulle coste della Manica e dell'Atlantico, dal nord ai tropici. E' dotata di numerose vescicole piene d'aria che ne facilitano il galleggiamento e permettono all'alga di fluttuare nell'acqua del mare, senza adagiarsi sul fondo, caratteristica che le ha dato il nome di "vesiculosus".

Come tutte le alghe, è ricca di iodio organico e di mucillagini (alginati), che le conferiscono blande proprietà lassative, ma soprattutto un'attività tonificante metabolica. Proprio quest'ultima proprietà ne consiglia un utile impiego come dimagrante, specie all'inizio di una dieta, in quanto favorisce la funzionalità tiroidea, facilita il ricambio generale e spesso agisce come stimolo del processo di dimagrimento.
E' particolarmente indicato l'utilizzo di alghe a scopo dimagrante in caso di modesta ipofunzionalità tiroidea e ritenzione idrosalina, poiché l'apporto di iodio organico è spesso in grado di regolare la funzionalità della tiroide.

E' in ogni caso sempre opportuno, prima di somministrare il Fucus, valutare la funzionalità tiroidea per accertare che non vi siano importanti alterazioni, onde evitare indebite e pericolose interferenze. E' superfluo ribadire che naturalmente l'utilizzo del Fucus, o di altre alghe ricche di iodio, è interdetto agli ipertiroidei e a tutti i soggetti che siano in trattamento con farmaci tiroidei, per una possibile interazione con essi.
L'uso del Fucus è controindicato anche durante la gravidanza e l'allattamento, anche per l'utilizzo esterno sotto forma di fanghi o creme.
Dosaggi eccessivi possono provocare agitazione, insonnia e palpitazioni.

Ginkgo (Ginkgo biloba)



Ginkgo
Ginkgo
Il Ginkgo è un albero maestoso dalle antichissime origini, che può raggiungere i 30-40 metri di altezza; è originario della Cina e del Giappone dove è coltivato da tempi remoti nei giardini dei templi, poiché è ritenuto sacro. E' considerato un vero fossile vivente ed è forse la pianta più antica di cui si sia fatto un uso medicinale: infatti il Ginkgo è menzionato in un trattato medico cinese, che si fa risalire al 2800 a.C.

Le foglie del Ginkgo biloba contengono diversi principi attivi, che si sono rivelati utili nelle turbe vascolari, particolarmente quelle a carico della circolazione cerebrale, poiché agiscono come inibitori dell'aggregazione piastrinica ed eritrocitaria, e soprattutto con un'importante azione vasoregolatrice: il Ginkgo infatti è un vasodilatatore arteriolare, mentre agisce come vasocostrittore venoso; rinforza inoltre la resistenza capillare, diminuisce la permeabilità delle pareti vasali, quindi aiuta a prevenire la formazione di edemi.

Il Ginkgo costituisce perciò un ottimo rimedio in tutte le alterazioni del microcircolo e i disturbi vascolari in genere, in special modo per i disturbi legati alla terza età. Infatti esso è impiegato in particolare nel trattamento dei sintomi legati all'insufficienza circolatoria cerebrale, negli acufeni di origine circolatoria, nelle vertigini di origine vestibolare (il vestibolo è una struttura dell'orecchio interno, sede della sensibilità spaziale e dell'equilibrio), nella cefalea specie se di origine vasomotoria. E' utile anche in presenza di turbe psicocomportamentali dell'anziano, quali perdita di memoria e umore depresso.

Il Ginkgo è ricco in flavonoidi, quindi oltre ad agire sull'apparato vascolare è anche un ottimo antiossidante contro i radicali liberi. Migliora l'utilizzazione del glucosio e dell'ossigeno, poiché accresce il flusso sanguigno cerebrale. A questo proposito esistono diversi studi clinici che hanno messo in luce un significativo aumento delle funzioni cognitive, con aumentata vigilanza, che ha determinato un miglioramento della qualità della vita, in anziani trattati per diversi mesi con preparati a base di Ginkgo biloba.
Si segnala anche un'azione antiasmatica del Ginkgo, oltre che una riduzione delle crisi acute nel morbo di Reynaud (che comporta spasmi delle arteriole, con conseguenti crisi ischemiche, soprattutto delle mani e dei piedi).

Le controindicazioni che riguardano questa pianta sono da mettere in relazione soprattutto alla sua azione fluidificante del sangue, poiché la somministrazione di Ginkgo in concomitanza a farmaci anticoagulanti potrebbe potenziare l'effetto di questi ultimi, rendendone ingestibile la posologia. Quindi è assolutamente sconsigliata l'assunzione di Ginkgo biloba a coloro che sono in terapia con farmaci antiaggreganti piastrinici e anticoagulanti.
E' d'obbligo anche una grande cautela con l'utilizzo di alcune piante che possono influenzare la coagulazione, come l'Aglio, il Salice, l'Olmaria, l'Achillea. Se ne sconsiglia l'uso anche durante la gravidanza e l'allattamento.

Dott.ssa Marina Multineddu

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